La decisione
filtra a fine mattinata: era attesa entro giovedì dopo l'udienza di venerdì
scorso.
E' stato respinto il ricorso di padre
Graziano. E' la decisione che filtra dalle maglie del Tribunale del Riesame.
Che dopo l'udienza di venerdì aveva tempo fino a giovedì per pronunciarsi.Il
religioso premostratense aveva chiesto attraverso il suo avvocato Luca Fanfani
di essere liberato o in subordine, ma l'ipotesi vista la gravità del reato era
sempre apparsa del tutto marginale, di poter accedere agli arresti
domiciliari. No, Graziano resta in carcere, lì dove era stato portato dopo
l'arresto avvenuto a Roma nel convento dell'ordine religioso.
Davanti
ai giudici del Riesame si erano confrontate le due posizioni. Da una parte
quella della Procura, che ha ribadito quelli che considera indizi gravi sulla
colpevolezza del religioso, In testa gli orari, le ultime telefonate ricevute
da Guerrina e il fatto che dal cellulare di Guerrina sia partita quella
telefonata al prete nigeriano il cui numero era a conoscenza del solo Graziano.
Da parte
sua Fanfani aveva provato ad aprire uno scenario diverso. Guerrina non
soltanto vantava 4 mila contatti (sms e chiamate) con Padre Graziano, ma
anche (negli stessi mesi) altre centinaia con Dawit Tades, l’etiope.
Da
febbraio in poi telefonate e messaggini passati dal cellulare del figlio
di Guerrina. E ce ne sarebbero 25, per un totale di 27 minuti, solo il 30
aprile, ultimo giorno prima di sparire.
Per
Fanfani questo poteva bastare a far cadere il teorema secondo cui Padre
Graziano sarebbe stato l'unico sospettato. Ma ora la sentenza che filtra
non farebbe che confermare la scelta dell'arresto.
E si
tratterà di capire quale ruolo abbiano avuto gli appunti ritrovati sulla
scrivania di Padre Graziano («Guerrina non c’è più» e «Il telefono è caduto in
acqua»).
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