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    mercoledì 12 ottobre 2016

    Caso Piscaglia, la parte civile: “Sì alla condanna del frate”

    Approfondire spunti toccati solo marginalmente dalla lunga requisitoria del pubblico ministero Marco Dioni e svilupparli anche in chiave civile associandosi comunque alla richiesta di 27 anni di condanna chiesti dal pm per Padre Gratien Alabi. Questo l’intento degli avvocati di parte civile impegnati domani nell’udienza in programma presso la Corte di Assise di Arezzo che vede imputato il frate africano accusato dell’omicidio volontario e della soppressione del cadavere di Guerrina Piscaglia, la 50enne sparita oltre due anni fa da Ca Raffaello nell’Aretino. L’udienza di domani anticipa quella chiave di venerdi 14 ottobre quando sarà la volta degli avvocati difensori Rizieri Angeletti e Francesco Zacheo chiamati a smontare le tesi dell’accusa sostenuta dal pm, basata anche sull’invio da parte dell’imputato di un sms dal cellulare di Guerrina ad un’utenza conosciuta solo da lui, sul comportamento adottato dal religioso dopo la sparizione della donna finalizzato, secondo il pm, a ritardare l’avvio delle indagini e soprattutto sull’invenzione del personaggio di “zio Francesco”. Per tutta questa serie di motivazioni Dioni ha chiesto la condanna a 27 anni. Il verdetto della Corte d’Assise, presieduta da Silverio Tafuro, è previsto per la fine di ottobre, non è escluso addirittura per il 24 ottobre data in cui Guerrina Piscaglia avrebbe compiuto 52 anni. Fonte: Ansa
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