Un uomo dall’indole fredda e priva di remore morali,
un soggetto pericoloso e pronto a commettere un atroce delitto. Emergono nuovi
dettagli circa la personalità del frate congolese tracciata dal Tribunale del
Riesame di Firenze nelle motivazioni del dispositivo che ha lasciato il
religioso dietro le sbarre del carcere di Arezzo. L’accusa per lui è quella di
omicidio volontario e soppressione di cadavere di Guerrina Piscaglia, scomparsa
un anno fa da Ca Raffaello frazione del comune di Badia Tedalda nella montagna
aretina. Per il Riesame “Gratien Alabi non avrebbe avuto remore a commettere un
atroce delitto”. La sua è descritta come un’indole fredda e priva di remore
morali “che ne fa un soggetto pericolosissimo, con tendenza ad avvicinare donne
sprovvedute”. Il Riesame avrebbe poi descritto Gratien come “persona abituata
alla più disinvolta simulazione” in virtù della sua doppia vita di sacerdote,
frequentatore di prostitute e amante di donne. E ancora, Gratien sarebbe stato
pronto ad adeguare la sua versione alla bisogna “si veda il caso dello zio
Francesco inventato quando c’è da giustificare l’sms al prete nigeriano,
abbandonando la storia della fuga con il marocchino”. L’avvocato Luca Fanfani
che lo rappresenta si è incontrato con lui ieri sera decidendo al momento il
mantenimento della linea difensiva del silenzio scelta fino ad ora. (Fonte: ANSA)
giovedì 21 maggio 2015
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