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    giovedì 15 dicembre 2016

    Il comune di Sansepolcro sfiducia il presidente dell'Unione dei Comuni della Valtiberina Santucci

    Cosa sta succedendo in Valtiberina relativamente alla vicenda del giudice di pace? Più che gli interessi della collettività, ci pare che in primo piano vi sia lo scontro politico fra le varie amministrazioni comunali del comprensorio e l'Unione dei Comuni. Facciamo un breve riepilogo. Diversi mesi fa, scoppiò la tegola del giudice di pace e della sua soppressione, dopo quella della sezione distaccata del tribunale. In quel frangente, tutte – ma proprio tutte – le pubbliche amministrazioni del comprensorio si attivarono per cercare di impedire una ulteriore penalizzazione dei servizi per la Valtiberina; in effetti, tutto era sembrato poi procedere per la giusta strada con l'interessamento dei due Comuni principali, quelli di Sansepolcro e Anghiari, che avevano messo a disposizione un proprio dipendente ciascuno, mentre l'Unione dei Comuni avrebbe recitato la sua parte. All'improvviso, con il ribaltone politico verificatosi in giugno a Sansepolcro e ad Anghiari e con il cambio alla presidenza dell'Unione dei Comuni (sulla base di un preciso accordo che prevedeva il passaggio dal sindaco del Comune principale al sindaco del Comune più piccolo), la questione ha assunto una chiave prettamente politica e a rimetterci sono i cittadini del comprensorio, depauperati di un servizio sul posto con conseguente aumento dei costi e dei disagi per gli spostamenti – andata e ritorno - dalla vallata ad Arezzo. Il più acceso sostenitore della chiusura definitiva dell'ufficio del giudice di pace è Alberto Santucci, sindaco di Badia Tedalda e presidente dell'Unione dei Comuni, che più di ogni altro sembra aver intavolato una sorta di guerra personale nei confronti di ciò che il Partito Democratico ha lasciato. Incomprensibile anche l'atteggiamento di Anghiari, che ha fatto marcia indietro per il dipendente che aveva messo a disposizione. Ma come, un comportamento simile proprio da parte della municipalità che non paga le quote all'Unione dei Comuni (il debito, da quanto trapela, ha raggiunto peraltro una cifra consistente) e che ora ha anche la pretesa di fare la voce grossa? Ci sembra francamente un po' strano! Diversa la posizione del Comune di Sansepolcro, che anch'esso ha compiuto un passo indietro, ma nella direzione opposta. Dopo un primo momento nel quale era favorevole alla sua chiusura, adesso si sta lavorando per tentare di mantenere il servizio e tuonano le parole del consigliere comunale Francesco Del Siena, che tramite Facebook ha risposto in maniera alquanto secca a Santucci, il quale proprio in questi giorni si è assunto la responsabilità del no definitivo all'ufficio del giudice di pace. Del Siena ha invece dichiarato che la partita non è assolutamente conclusa e che il Comune di Sansepolcro si sta attivando per far sì che il servizio venga ripristinato nella città biturgense e smentendo di fatto le affermazioni del presidente dell'Unione dei Comuni. Del Siena è uno degli uomini più vicini al sindaco Mauro Cornioli e quindi le sue parole hanno il tono di una sfiducia nei confronti di Santucci. L'Unione dei Comuni è un organo del quale in molti stentano ancora a capire l'utilità, oltre a elargire stipendi e compensi, dal momento che è stato svuotato dei servizi e degli introiti di cui beneficiava fino a qualche anno fa l'ente predecessore, ovvero la Comunità Montana Valtiberina Toscana. Albano Bragagni, sindaco di Pieve Santo Stefano, è stato sempre contrario all'ingresso del suo Comune nell'Unione e ci sembra che a livello di servizi Pieve non sia stata penalizzata. E allora, sindaco e presidente Santucci, a cosa serve questa sua decisa presa di posizione se non a privare la vallata di un servizio e – guarda caso – a far incavolare in primis proprio i cittadini del paese che Lei amministra, costretti per una causa o altri incombenze giuridiche a prendersi una giornata di permesso per recarsi ad Arezzo? Le sembra giusto, tanto più che vi sono due unità già formate per un incarico e per una struttura peraltro a costo zero per la sua Badia e per l'Unione, visto che il Comune di Sansepolcro aveva provveduto anche a mettere a disposizione i suoi locali? Già: e se il Comune di Sansepolcro, che a livello di popolazione rappresenta una fetta superiore al 50% del comprensorio, decidesse un bel giorno di uscire da questo ente (perché non è obbligato all'adesione), che ne sarebbe dell'Unione dei Comuni?
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