Cosa sta succedendo in Valtiberina relativamente alla
vicenda del giudice di pace? Più che gli interessi della collettività, ci pare
che in primo piano vi sia lo scontro politico fra le varie amministrazioni
comunali del comprensorio e l'Unione dei Comuni. Facciamo un breve riepilogo.
Diversi mesi fa, scoppiò la tegola del giudice di pace e della sua
soppressione, dopo quella della sezione distaccata del tribunale. In quel
frangente, tutte – ma proprio tutte – le pubbliche amministrazioni del
comprensorio si attivarono per cercare di impedire una ulteriore penalizzazione
dei servizi per la Valtiberina; in effetti, tutto era sembrato poi procedere
per la giusta strada con l'interessamento dei due Comuni principali, quelli di
Sansepolcro e Anghiari, che avevano messo a disposizione un proprio dipendente
ciascuno, mentre l'Unione dei Comuni avrebbe recitato la sua parte.
All'improvviso, con il ribaltone politico verificatosi in giugno a Sansepolcro
e ad Anghiari e con il cambio alla presidenza dell'Unione dei Comuni (sulla
base di un preciso accordo che prevedeva il passaggio dal sindaco del Comune
principale al sindaco del Comune più piccolo), la questione ha assunto una
chiave prettamente politica e a rimetterci sono i cittadini del comprensorio,
depauperati di un servizio sul posto con conseguente aumento dei costi e dei
disagi per gli spostamenti – andata e ritorno - dalla vallata ad Arezzo. Il più
acceso sostenitore della chiusura definitiva dell'ufficio del giudice di pace è
Alberto Santucci, sindaco di Badia Tedalda e presidente dell'Unione dei Comuni,
che più di ogni altro sembra aver intavolato una sorta di guerra personale nei
confronti di ciò che il Partito Democratico ha lasciato. Incomprensibile anche
l'atteggiamento di Anghiari, che ha fatto marcia indietro per il dipendente che
aveva messo a disposizione. Ma come, un comportamento simile proprio da parte
della municipalità che non paga le quote all'Unione dei Comuni (il debito, da
quanto trapela, ha raggiunto peraltro una cifra consistente) e che ora ha anche
la pretesa di fare la voce grossa? Ci sembra francamente un po' strano! Diversa
la posizione del Comune di Sansepolcro, che anch'esso ha compiuto un passo
indietro, ma nella direzione opposta. Dopo un primo momento nel quale era
favorevole alla sua chiusura, adesso si sta lavorando per tentare di mantenere
il servizio e tuonano le parole del consigliere comunale Francesco Del Siena,
che tramite Facebook ha risposto in maniera alquanto secca a Santucci, il quale
proprio in questi giorni si è assunto la responsabilità del no definitivo
all'ufficio del giudice di pace. Del Siena ha invece dichiarato che la partita
non è assolutamente conclusa e che il Comune di Sansepolcro si sta attivando
per far sì che il servizio venga ripristinato nella città biturgense e
smentendo di fatto le affermazioni del presidente dell'Unione dei Comuni. Del
Siena è uno degli uomini più vicini al sindaco Mauro Cornioli e quindi le sue
parole hanno il tono di una sfiducia nei confronti di Santucci. L'Unione dei
Comuni è un organo del quale in molti stentano ancora a capire l'utilità, oltre
a elargire stipendi e compensi, dal momento che è stato svuotato dei servizi e
degli introiti di cui beneficiava fino a qualche anno fa l'ente predecessore,
ovvero la Comunità Montana Valtiberina Toscana. Albano Bragagni, sindaco di
Pieve Santo Stefano, è stato sempre contrario all'ingresso del suo Comune
nell'Unione e ci sembra che a livello di servizi Pieve non sia stata
penalizzata. E allora, sindaco e presidente Santucci, a cosa serve questa sua
decisa presa di posizione se non a privare la vallata di un servizio e – guarda
caso – a far incavolare in primis proprio i cittadini del paese che Lei
amministra, costretti per una causa o altri incombenze giuridiche a prendersi
una giornata di permesso per recarsi ad Arezzo? Le sembra giusto, tanto più che
vi sono due unità già formate per un incarico e per una struttura peraltro a
costo zero per la sua Badia e per l'Unione, visto che il Comune di Sansepolcro aveva
provveduto anche a mettere a disposizione i suoi locali? Già: e se il Comune di
Sansepolcro, che a livello di popolazione rappresenta una fetta superiore al
50% del comprensorio, decidesse un bel giorno di uscire da questo ente (perché
non è obbligato all'adesione), che ne sarebbe dell'Unione dei Comuni?
giovedì 15 dicembre 2016
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