La proposta dell’impianto eolico di Poggio Tre Vescovi è
un’operazione imprenditoriale – legittima e consentita – di una società
privata, la Geo Italia, che ha
investito dei soldi nella progettazione. Siamo certi delle
buone intenzioni del proponente, ma non esiste alcun obbligo di legge che
impone di realizzare un
impianto eolico di tipo industriale nell’area in questione.
Siamo contrari a questo impianto che comprende 27 pale
eoliche alte complessivamente 180 metri. Un progetto caratterizzato da
gigantismo, impattante e
sovradimensionato per le reali esigenze dei tre comuni
interessati. Casteldelci, Badia Tedalda, Verghereto semplicemente perchè possiedono
dei crinali potenzialmente ventosi, non sono obbligati a farsi carico dei
problemi energivori di altre parti del Paese. Diventerebbe un controsenso
cancellare brani di ambiente integro per soddisfare la richiesta di energia
elettrica di aree fortemente antropizzate e urbanizzate come la Riviera
adriatica o la Pianura padana. Le aree di montagna, per rendersi
energeticamente autonome e ricavare direttamente degli utili dalla produzione
di elettricità possono sviluppare altre modalità a impatto zero.
Il proponente sostiene che a fronte di un investimento di
oltre 200 milioni di euro, si potrà dare energia elettrica a più di 40 mila
Italiani. Italia Nostra Valmarecchia che sostiene le rinnovabili di comunità, è
pronta a dimostrare che con tale cifra si possono soddisfare le reali esigenze
elettriche domestiche di circa 90 mila cittadini, senza effettuare alcun guasto
ambientale, senza bisogno di produrre decine di km di cavidotto, senza
movimentare mezzi industriali pesanti (circa 6000 viaggi di camion su viabilità
ordinaria solo per spostare i materiali di scavo in esubero), senza creare
impatti paesaggistici, abbattendo realmente e non virtualmente la CO2, rendendo
la Valmarecchia virtuosa, facendo lavorare per diversi anni tante aziende
locali.
Chi conosce la zona di Poggio Tre Vescovi sa che si tratta
di un territorio dal forte valore ambientale. Allo stato attuale, non esistono
strade attrezzate, ma in gran parte sentieri. Il progetto prevede la
realizzazione di circa 14 km di viabilità utile al cantiere e al successivo
controllo dell’impianto. L’area è integra con pascoli, zone boscate e umide,
presenza di fauna e avifauna anche tutelata. E’ attestata la presenza
dell’aquila reale in volo dal Fumaiolo e del lupo. Il progetto andrebbe ad
interferire su diversi ettari di terreno, attraverso la realizzazione di un
impianto industriale con scavi profondi, gettate di calcestruzzo, trasporto di
materiale di cantiere, utilizzo di mezzi pesanti e veicoli straordinari per
circa due anni. Di fronte a questi interventi
non reputiamo soddisfacenti le proposte di mitigazione della
Geo Italia.
Semplicemente pensiamo che l’ambiente non si
salva…compromettendo l’ambiente. Questi enormi interventi ricordano le
politiche sviluppiste, quantitative e affrettate degli anni 50/60 che hanno
certamente alzato il PIL del Paese, sacrificando però spesso e volentieri ampie
porzioni di territorio e paesaggio. Vogliamo ricordare Antonio Cederna che di
Italia Nostra fu fondatore, quando affermava: “Prioritaria è la salvaguardia
dei beni culturali, paesistici e naturali. Tutto il resto viene dopo e
qualunque ipotesi di cambiamento o di sviluppo va rigorosamente subordinata a
questi valori”.
Oggi abbiamo la possibilità e l’obbligo etico di ponderare
le scelte di progresso con criterio e le rinnovabili non devono essere il mezzo
per compiere operazioni ecoillogiche.
Inoltre, attraverso la diffusione di nuove tecnologie,
possono essere raggiunti gli stessi obiettivi con soluzioni non impattanti.
Probabilmente si tratta di
attendere qualche anno tenendo in considerazione il fatto
che per quanto riguarda la Regione Emilia Romagna, la quota di produzione di
energia elettrica da FER (fonti energia rinnovabile) è già notevole. E’ ovvio
che può e deve essere aumentata, ma non reputiamo sostenibili i progetti del
calibro di quello pensato per Poggio Tre Vescovi.
Nel dibattito su Poggio Tre Vescovi, spessissimo si
evidenziano con forza le forti ricadute economiche per i tre comuni, attraverso
le royalties e il lavoro alle ditte
locali. L’aspetto ecologico e di tutela passa in secondo
piano e prevale quello monetario. E’ un dibattito spiacevole e viziato.
Vogliamo però ricordare che non è
consentito concedere alcuna royalties per gli impianti di
energia rinnovabile ai comuni. Leggi dello Stato lo impediscono e sentenze
hanno ribadito poche settimane fa tale divieto. Sono possibili solo
compensazioni ambientali.
Infine, c’è l’aspetto paesaggistico che naturalmente non può
essere separato dalla tutela ambientale. Il paesaggio, come l’aria, l’acqua, il
suolo agricolo, è considerato una “risorsa scarsa”. Non è rinnovabile, può
essere compromesso e perdere i valori positivi che contiene. Difendere il
paesaggio, significa difendere un bene comune utile alla collettività. Non ha
quindi senso giustificare il sacrificio del paesaggio per “difendere”
l’ambiente. Non ha senso perchè sono la stessa cosa.
Inoltre, a chi cerca di dare una scarsa considerazione al
paesaggio ridicolizzandolo nel concetto di “vedutismo”, ricordiamo che è
normato da una serie di leggi dello Stato e la sua tutela è inserita nella
Costituzione della Repubblica all’articolo 9.
Quindi non è secondario ai fini dell’opposizione al progetto
eolico di Poggio Tre Vescovi, difendere il paesaggio della Valmarecchia e del
Montefeltro interessato dalla presenza ingombrante degli aerogeneratori, con
un’altezza che quasi doppia il grattacielo di Rimini. Le scelte strategiche che
gli Enti pubblici hanno fatto negli anni per tutelare e promuovere
turisticamente la valle del Marecchia, significano anche investimenti
economici. Soldi pubblici ben spesi che generano potenzialità positive.
Chi viaggia per turismo alla ricerca dei Montefeltro, dei
Malatesta, di Piero della Francesca, di Tonino Guerra cerca il paesaggio
storico della Valmarecchia fatto di
rocche e pievi, affreschi e bellezze naturali come la
Carpegna, il Sasso di Simone, il Fumaiolo o l’Alpe della Luna. E non
dimentichiamoci i privati che attraverso gli
investimenti in attività turistico-ricettive o l’acquisto di
case nel territorio della nostra montagna, producono ricchezza per le comunità
locali e la collettività.
Pagliacciate e ancor di piu pagliaccio chi ha scritto queste puttanate
RispondiEliminaa noi della montagna piace rssere utili al mondo intero. inoltre l'pianto porta vita eovimento e riccjrzza nei nosyri paesini. e poi le pale eoliche sono molto belle e arricchiscono il paesaggio. e voi di pianura siete invidioso perche non avete la ricchezza del vento che abbiamo noi. quindi pensate al vostro bene che al nostro ci pensiamo noi e se volete illuminare le vosyre csse... pedalando... liberissi di fsrlo anche se edistono i parchi eolici che noi ci permettono di vivere
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