Stamani
si è svolto un presidio davanti alla sede della giunta regionale in piazza a
Duomo a Firenze organizzato da Slc-Cigl e Uilposte per protestare contro la
riorganizzazione di Poste Italiane che prevede il recapito a giorni alterni e
il declassamento del CMP di Sesto Fiorentino. Una delegazione di sindacalisti
sono stati ricevuti dall’assessore regionale Vittorio Bugli che, ascoltate le
istanze dei lavoratori, ha preso l’impegno ufficiale di aprire un tavolo
istituzionale per affrontare le due questioni. Il recapito a giorni alterni,
infatti, così come portato avanti dall’azienda peggiorerà la qualità del
servizio, mentre al CMP di Sesto con il declassamento previsto sono a rischio
850 posti di lavoro tra diretti e indiretti. Poste Italiane è la più grande
azienda a Rete di servizi con 135.000 addetti di cui circa 10.000 dipendenti in
Toscana e che ha chiuso il 2015 con un utile netto di 552 milioni di euro, in
crescita rispetto all’anno precedente. Il CMP di Sesto Fiorentino occupa
attualmente circa 650 persone (full time + part time) cui si aggiunge un
cospicuo indotto occupazionale (pulizie,manutenzione, mensa, vigilanza,
accollatari, trasporti, ecc.) pari a circa 200 addetti per un totale di oltre
850 lavoratori che fanno del CMP di Sesto Fiorentino il più grosso sito
industriale postale della Toscana. Il piano industriale che l’Ad Caio ha
presentato il 24 giugno scorso prevede una riduzione del numero dei Cmp
presenti in Italia, che passerebbero dagli attuali 16 a 10 e con il Cmp di
Firenze che verrebbe declassato di 2 posizioni e trasformato in semplice Cp
entro il 2017 con un evidente esubero di personale che, in uno scenario
caratterizzato da prospettive di ulteriore calo dei volumi di corrispondenza,
disegnerebbe un futuro di ulteriore ed irreversibile declino e
marginalizzazione del sito di Sesto Fiorentino. A rischio ci sono gli attuali
850 posti di lavoro. Questo in un futuro probabile, intanto il 2016 è iniziato
con 18 unità in meno sul fabbisogno stimato per l’anno in corso tra Pisa e
Firenze nella logistica. Su Arezzo con il nostro dissenso , fra qualche
settimana partirà la nuova
riorganizzazione a giorni alterni su tutta la provincia con un taglio di
personale di 61 posti di lavoro, i lavoratori in esubero saranno trasferiti. Il
recapito a giorni alterni peggiorerà la qualità del servizio postale. Il
progetto prenderà il via ad Arezzo per poi estendersi in tutta la Toscana.
Inoltre per il progetto elaborato da Poste Italiane ad oggi non è sicuro che
Firenze diventi Area Metropolitana producendo ulteriori esuberi che sommati ai
tagli del Recapito ed all’indotto farebbero arrivare a 1500 i posti di lavoro
in meno nella nostra regione. Secondo Slc-Cgil e Uilposte ci sono tutte le
condizioni, da quelle infrastrutturali e logistiche a quelle professionali, per
sovvertire questo scenario di ulteriore quanto inaccettabile depauperamento
produttivo ed occupazionale della nostra Regione. Un’alternativa da perseguire
è quella di rivendicare un ruolo cardine del sito di Sesto Fiorentino nel piano
industriale di Poste Italiane, anche ri-orientandone l’attività (con un
progetto specifico elaborato dal CNR Toscana), tale da dare allo stesso un
futuro credibile al servizio della nostra Regione e del nostro Paese. Sul
recapito di Arezzo, non si deve chiudere
il CSD di Badia al Pino e il PDD di Badia Tedalda che creeranno evidenti
disservizi sulla consegna del servizio universale.
mercoledì 23 marzo 2016
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