Nell' Anno Santo della Misericordia un pensiero affascinante
va alle Vie Romee, quel groviglio di strade interappenniniche, interregionali,
internazionali che scendevano dal Nord Europa e finivano per abbracciarsi sui
crinali appenninici
tosco-emiliano-marchigiani e umbri.
L'anno santo del Duemila fu
fertile di iniziative, che,
accanto alla Via Francigena, permisero di riscoprire tracciati un po'
dimenticati ma in parte rivalutati con il ritorno del turismo a "passo
lento", il trekking, l'uso della bici.
Ci furono – con l'operosità delle tante
istituzioni locali - convegni in Valtiberina, studi ad ampio raggio,
pubblicazioni in più lingue, recuperi di monumenti e arte, in un progetto interregionale che coinvolse Toscana, Emilia Romagna e
Marche. Furono prodotti documentari
televisivi, che dettero spazio alle grandi come a minuscole realtà.
Tra Badia Tedalda e Sestino nacque anche la "Via Romea dell'arte
contemporanea", con l'apporto scientifico
dalla rivista "Luoghi dell'Infinito".
In molti luoghi della provincia di Arezzo, accanto a molte
chiese e cappelle si legge ancora l'indicazione di luoghi dell'arte e della
fede, itinerari della cultura e dello
spirito.
Rilanciare questi "segni", tornare a valorizzarli fa parte sia di un "codice economico"- far
fruttare quanto si è investito – ma anche spirituale, nel solco
di tradizioni che costituiscono elemento identitario di questa
nostra "piccola grande Italia", delle città come delle piccole
comunità montane, che si abbracciano da millenni ai loro campanili. Nella
"società liquida", le piccole comunità montane costituiscono ancora
una "società concreta".
Sestino, ad esempio, fin dal Medioevo aveva, documentati, tre
"Hospitalia" in "suolo lateranense": uno a Sestino,
affidato poi alla Confraternita antichissima
della Misericordia, uno a S.Salvatore di Canonica, su una strada già romana e medievale, uno a
Colcellalto, del quale ci resta una magnifica terracotta di Sante Buglioni,
oggi nella chiesa parrocchiale di san Tommaso. Itinerari dello spirito,
spesso in affascinanti percorsi nella natura. E' un po' la diade odierna:
"custodire il Creato, fare Misericordia".
Uno dei percorsi più
organizzati- nelle attività del giubileo
del Duemila- fu l'itinerario d'altura
Rimini- territorio di S.Marino-Carpegna-Sasso di Simone- S.
Cristoforo-Montelabreve-eremo di Montecasale.
Territori, questi, toccati anche da S.Francesco nei suoi
viaggi verso La Verna, nelle Marche e a
S.Leo e quindi oggi di maggior valore
per l'attualità che rivestono in relazione al significato e alla
spiritualità contenuti nell'attuale Anno Santo. Oltre a tante tradizioni-
fonti-letti-croci- di questi viaggi di S.Francesco restano chiese o personaggi
ammaliati da san Francesco, come il
beato Lando, rappresentato nei recuperati affreschi al Castello di S.Donato, in
Sestino.
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