«Dopo quattro anni ancora siamo qui ad aspettare i
risarcimenti dallo Stato. Il nevone continua a travolgerci. Ci sentiamo
abbandonati da tutti». Gli imprenditori della provincia di Rimini provano a
rialzare la voce dopo la grande calamità che aveva colpito il territorio nel
2012. Nevicate eccezionali, arrivate esattamente in questi giorni di febbraio,
avevano fatto crollare interi capannoni e strutture, mettendo in ginocchio
decine di imprese, dalla Valmarecchia alla Valconca.
Diverse aziende hanno dovuto chiudere i battenti, mentre
altre si sono rialzate ma aprendo mutui o pagando di tasca propria, subito, i
lavori di sistemazione. Come Curzio Battistini di Campiano di Talamello: «Ho
speso oltre 300mila euro per rifare il capannone distrutto. U grosso
investimento che ho fatto da solo, per non fallire. Ma che mi ha costretto a
dimezzare il personale». «Abbiamo fatto quello che potevamo – dice Sebastiano
Di Mario, della Dimar di Pennabilli – non avevamo abbastanza soldi da sistemare
da soli tutte le strutture cadute. I soldi delle assicurazioni ci hanno
risarcito in parte, ma i fondi statali non sono ancora arrivati e non potevamo
anticipare tutte le spese. La nostra carrozzeria è ripartita ma al 50%».
«Solo nella provincia di Rimini gli imprenditori che devono
ancora ricevere i soldi sono 26 – dichiara Guido Amantini – A questi si
aggiungono una cinquantina di colleghi di Forlì Cesena. E questi sono solo i
dati ufficiali. Moltissimi altri hanno scelto di smettere di combattere contro
la burocrazia».
Oggi l’ennesima brutta sorpresa. «Il bando regionale –
continua Amantini – ha subito ulteriori proroghe, al 31 gennaio. Questa cosa ci
ha spiazzati. Quando arriveranno i soldi del risarcimento? A marzo, aprile o
ancora più avanti?».
Il gruppo di imprenditori ha deciso di preparare una lettera
da spedire al presidente regionale, Stefano Bonaccini, la prossima settimana.
«Siamo veramente stanchi – confida Mario Novelli della
Silvio’s di Talamello – all’inizio durante la calamità naturale ci avevano
detto che ci avrebbero rimborsato all’80%, ora siamo scesi al 20%. Non è
possibile che gli enti pubblici siano riusciti a riavere quasi tutto, e noi ci
troviamo le briciole. E non è ancora neanche sicuro che arriveranno quelle...».
«Diamo lavoro ai residenti, portiamo economia sul territorio
– continuano gli imprenditori – sindaci, amministratori locali e categorie non
ci danno una mano, ci sentiamo abbandonati. Che differenza c’è tra noi e i
terremotati emiliani? Loro hanno avuto quasi subito i finanziamenti per
riparare i danni al 50%». Da qui la decisione di scrivere al governatore.
«Vogliamo che ci venga data una risposta e in fretta _ conclude Amantini – Dopo
quattro anni la pazienza è finita».
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