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    sabato 6 febbraio 2016

    Quattro anni dal nevone, ma i risarcimenti in Valmarecchia restano congelati

    «Dopo quattro anni ancora siamo qui ad aspettare i risarcimenti dallo Stato. Il nevone continua a travolgerci. Ci sentiamo abbandonati da tutti». Gli imprenditori della provincia di Rimini provano a rialzare la voce dopo la grande calamità che aveva colpito il territorio nel 2012. Nevicate eccezionali, arrivate esattamente in questi giorni di febbraio, avevano fatto crollare interi capannoni e strutture, mettendo in ginocchio decine di imprese, dalla Valmarecchia alla Valconca.
    Diverse aziende hanno dovuto chiudere i battenti, mentre altre si sono rialzate ma aprendo mutui o pagando di tasca propria, subito, i lavori di sistemazione. Come Curzio Battistini di Campiano di Talamello: «Ho speso oltre 300mila euro per rifare il capannone distrutto. U grosso investimento che ho fatto da solo, per non fallire. Ma che mi ha costretto a dimezzare il personale». «Abbiamo fatto quello che potevamo – dice Sebastiano Di Mario, della Dimar di Pennabilli – non avevamo abbastanza soldi da sistemare da soli tutte le strutture cadute. I soldi delle assicurazioni ci hanno risarcito in parte, ma i fondi statali non sono ancora arrivati e non potevamo anticipare tutte le spese. La nostra carrozzeria è ripartita ma al 50%».
    «Solo nella provincia di Rimini gli imprenditori che devono ancora ricevere i soldi sono 26 – dichiara Guido Amantini – A questi si aggiungono una cinquantina di colleghi di Forlì Cesena. E questi sono solo i dati ufficiali. Moltissimi altri hanno scelto di smettere di combattere contro la burocrazia».
    Oggi l’ennesima brutta sorpresa. «Il bando regionale – continua Amantini – ha subito ulteriori proroghe, al 31 gennaio. Questa cosa ci ha spiazzati. Quando arriveranno i soldi del risarcimento? A marzo, aprile o ancora più avanti?».
    Il gruppo di imprenditori ha deciso di preparare una lettera da spedire al presidente regionale, Stefano Bonaccini, la prossima settimana.
    «Siamo veramente stanchi – confida Mario Novelli della Silvio’s di Talamello – all’inizio durante la calamità naturale ci avevano detto che ci avrebbero rimborsato all’80%, ora siamo scesi al 20%. Non è possibile che gli enti pubblici siano riusciti a riavere quasi tutto, e noi ci troviamo le briciole. E non è ancora neanche sicuro che arriveranno quelle...».

    «Diamo lavoro ai residenti, portiamo economia sul territorio – continuano gli imprenditori – sindaci, amministratori locali e categorie non ci danno una mano, ci sentiamo abbandonati. Che differenza c’è tra noi e i terremotati emiliani? Loro hanno avuto quasi subito i finanziamenti per riparare i danni al 50%». Da qui la decisione di scrivere al governatore. «Vogliamo che ci venga data una risposta e in fretta _ conclude Amantini – Dopo quattro anni la pazienza è finita».
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