Colpo
di scena nella giornata di oggi durante l’udienza per l’omicidio di Guerrina Piscaglia a carico di padre Gratien Alabi, nel tribunale
di Arezzo. Il portafoglio appartenuto alla donna sparita nel nulla a
Ca’ Raffaello, in Toscana, il 1° maggio 2014, sarebbe stato trovato tra
gli oggetti sequestrati all’unico imputato per questa intricata vicenda
durante le perquisizioni in canonica subito dopo la scomparsa della
casallinga.
L’indiscrezione clamorosa,
è stata data dal Il Corriere di Arezzo e sarebbe emersa nell’aula della Corte d’Assise. Assente padre Gratien per la prima volta da quando il processo è
iniziato; il prete avrebbe infatti preferito rimanere a Roma, nel convento dei
Premostratensi dove da pochi giorni sta scontando i domiciliari.
A
confermare che il portafoglio in questione fosse proprio quello di
Guerrina, la sorella della donna, Donatella, che sentita oggi in aula di fronte
agli oggetti sequestrati al prete congolese ha esclamato con decisione: “Sono
sicura al 100%, quel borsello apparteneva a Guerrina”. Bisogna evidenziare però
che la donna durante le indagini non avrebbe ostentato altrettanta
sicurezza.
Clamorosa
invece la retromarcia di Francesca Mossi, la ragazza che il 2 maggio riferì
agli inquirenti di aver visto a Novafeltria proprio Guerrina. Oggi la
testimone, sentita a riguardo, ha invece asserito: “Ero convinta di aver visto
Guerrina il 2 maggio, ma ora non sono più sicura”.
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