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    domenica 31 gennaio 2016

    Da domani Padre Gratien va ai domiciliari

    Padre Gratien Alabi Lascerà il carcere lunedì prossimo per andare in convento, due mesi dopo la decisione in tal senso del tribunale del riesame. E’ stato trovato il braccialetto elettronico per il controllo a distanza grazie al quale padre Gratien Alabi potrà usufruire degli arresti domiciliari. Il frate congolese lo ha saputo stamani, direttamente dal presidente della Corte d’Assise di Arezzo, Silverio Tafuro, in apertura della quarta udienza del processo che lo vede imputato per omicidio volontario in seguito alla scomparsa di Guerrina Piscaglia, 50 anni, da Ca Raffaello nell’aretino il primo maggio 2014. Il tribunale del riesame di Firenze, in appello, aveva disposto già dal 3 dicembre scorso i domiciliari presso il convento romano dei Premostratensi dove padre Gratien si trovava al momento dell’arresto. Ma ha passato due mesi dietro le sbarre perché non si trovava un braccialetto elettronico per il controllo (in Italia ce ne sono circa duemila). In questo periodo i difensori del frate, gli avvocati Francesco Zacheo e Riziero Angeletti, hanno presentato due istanze di scarcerazione, la prima respinta e la seconda ritirata proprio stamani in quanto non più necessaria. Non erano mancate polemiche circa il funzionamento di questo sistema di sorveglianza. Lunedì prossimo primo febbraio il frate potrà quindi uscire dal carcere per essere trasferito a Roma nel monastero della congregazione di cui fa parte. Ad Arezzo tornerà solo per seguire le udienze del processo già in calendario. Padre Gratien Alabi, all’epoca della scomparsa di Guerrina Piscaglia, era vice parroco a Ca Raffaello nel comune di Badia Tedalda. Dopo quella scomparsa, il frate fu sentito per due volte, l’ultima il 5 settembre 2014 quando il pm Marco Dioni, titolare dell’indagine, decise di indagarlo per sequestro di persona, accusa che, all’inizio del 2015, fu trasformata in omicidio volontario dal momento che l’accusa ritenne trascorso troppo tempo dalla scomparsa della donna, tempo che rendeva non plausibile l’ipotesi di sequestro. Contro di lui soprattutto un sms mandato dal telefono cellulare di Guerrina (mai ritrovato) ad un frate che solo Gratien conosceva e il misterioso personaggio di zio Francesco, mai rintracciato, che la procura ritiene inventato dal religioso per far credere che la donna fosse fuggita con un altro. Il 23 aprile 2015 padre Gratien fu arrestato e trasferito nel carcere di Arezzo dove si trova tuttora e da dove uscirà lunedì prossimo. Intanto, stamani, in aula sono state ascoltate due vicine di casa di Guerrina Piscaglia e il maresciallo dei carabinieri di Badia Tedalda che ha ricostruito le ore e i giorni che seguirono la scomparsa della 50enne dal piccolo centro della Valmarecchia. Il frate è rimasto in silenzio.
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