Padre Gratien Alabi Lascerà il carcere lunedì prossimo per
andare in convento, due mesi dopo la decisione in tal senso del tribunale del
riesame. E’ stato trovato il braccialetto elettronico per il controllo a distanza
grazie al quale padre Gratien Alabi potrà usufruire degli arresti domiciliari.
Il frate congolese lo ha saputo stamani, direttamente dal presidente della
Corte d’Assise di Arezzo, Silverio Tafuro, in apertura della quarta udienza del
processo che lo vede imputato per omicidio volontario in seguito alla scomparsa
di Guerrina Piscaglia, 50 anni, da Ca Raffaello nell’aretino il primo maggio
2014. Il tribunale del riesame di Firenze, in appello, aveva disposto già dal 3
dicembre scorso i domiciliari presso il convento romano dei Premostratensi dove
padre Gratien si trovava al momento dell’arresto. Ma ha passato due mesi dietro
le sbarre perché non si trovava un braccialetto elettronico per il controllo
(in Italia ce ne sono circa duemila). In questo periodo i difensori del frate,
gli avvocati Francesco Zacheo e Riziero Angeletti, hanno presentato due istanze
di scarcerazione, la prima respinta e la seconda ritirata proprio stamani in
quanto non più necessaria. Non erano mancate polemiche circa il funzionamento
di questo sistema di sorveglianza. Lunedì prossimo primo febbraio il frate
potrà quindi uscire dal carcere per essere trasferito a Roma nel monastero
della congregazione di cui fa parte. Ad Arezzo tornerà solo per seguire le
udienze del processo già in calendario. Padre Gratien Alabi, all’epoca della
scomparsa di Guerrina Piscaglia, era vice parroco a Ca Raffaello nel comune di
Badia Tedalda. Dopo quella scomparsa, il frate fu sentito per due volte,
l’ultima il 5 settembre 2014 quando il pm Marco Dioni, titolare dell’indagine,
decise di indagarlo per sequestro di persona, accusa che, all’inizio del 2015,
fu trasformata in omicidio volontario dal momento che l’accusa ritenne
trascorso troppo tempo dalla scomparsa della donna, tempo che rendeva non
plausibile l’ipotesi di sequestro. Contro di lui soprattutto un sms mandato dal
telefono cellulare di Guerrina (mai ritrovato) ad un frate che solo Gratien
conosceva e il misterioso personaggio di zio Francesco, mai rintracciato, che
la procura ritiene inventato dal religioso per far credere che la donna fosse
fuggita con un altro. Il 23 aprile 2015 padre Gratien fu arrestato e trasferito
nel carcere di Arezzo dove si trova tuttora e da dove uscirà lunedì prossimo.
Intanto, stamani, in aula sono state ascoltate due vicine di casa di Guerrina
Piscaglia e il maresciallo dei carabinieri di Badia Tedalda che ha ricostruito
le ore e i giorni che seguirono la scomparsa della 50enne dal piccolo centro
della Valmarecchia. Il frate è rimasto in silenzio.
domenica 31 gennaio 2016
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