Seguire pellegrinaggi che portano a un
santuario, percorrere un’antica via del sale, costeggiare linee ferroviarie
dismesse o mulattiere dimenticate. Dimenticate in passato, oggi queste antiche
vie offrono itinerari slow dove è facile scoprire che il tempo talvolta si
ferma. Come moderni viandanti, partire per i tanti cammini presenti in Italia è
un’occasione per rivendicare lentezza, gustando bellezze architettoniche,
natura e sapori autentici. La più famosa è la via Francigena, quasi duemila
chilometri, percorsa per la prima volta dall’arcivescovo di Canterbury circa
mille anni fa, dalla Gran Bretagna a Roma. Tante le tappe degne di sosta. Dalla
strada romana antica nei pressi di Donnas, vicino Aosta, alla Via Emilia.
Il Duomo
di Fidenza, con i rilievi dei pellegrini in cammino. Le colline dolci della Val
d’Orcia, Monteriggioni, la roccaforte senese fondata a difesa dei confini nord
della repubblica nel 1213, ma anche San Gimignano. E Lucca, che offriva la
possibilità di venerare le spoglie di numerosi santi. La discesa di Radicofani
lungo la vecchia Cassia è uno dei tratti più belli, poi tra uliveti e boschi si
passa da Bolsena e il suo lago, scendendo lentamente a Roma. Il Cammino dei
Briganti è ben più breve. È un percorso ad anello di 71chilometri che parte e
finisce a Tagliacozzo, vicino al’Aquila. È un cammino di confine, che
attraversa un territorio che oggi vaga tra Abruzzo e Lazio, ieri tra Stato
Pontificio e Regno Borbonico.
Oggi
l’esperienza degli antichi viaggiatori viene riproposta a piedi da paese a
paese lungo questo sentiero semplice, ben percorribile, con posti attrezzati.
Si cammina a quote basse, tra gli 800 e i 1300metri, tra terre di boschi e
montagne, vallate e piccoli centri medievali, facendo tappa per assaggiare
piatti della tradizione. Per il Cammino di San Benedetto è il culto (e l’amore
per la natura) a guidare attraverso il sentiero che parte da Norcia, con la
splendida Basilica, e, percorrendo 300 chilometri, porta a Montecassino, nella
valle del Liri, attraversando i luoghi più significativi della vita di san
Benedetto da Norcia. Tra boschi di pioppi, fiumiciattoli e colline, campi di
grano e pascoli, attraversa i Monti Sibillini e Subiaco, nell’alta valle
dell’Anienie, con alcuni bellissimi monasteri benedettini.
È San
Francesco invece a guidare il percorso che attraversa l’Umbria da nord a sud e
prosegue verso la Valle Santa di Rieti, fino a raggiungere la tomba
dell’apostolo Pietro a Roma. Il cuore della via è Assisi, patria del santo, di
cui si possono contemplare i resti nella splendida Basilica. Si passa per il
santuario della Verna, immerso nei boschi dell’Appennino toscano, per l’Eremo
del Cerbaiolo a Pieve Santo Stefano e per l’Eremo di Montecasale a Sansepolcro.
E, attraverso la Riserva Naturale dell’Alpe della Luna, nel silenzio dei boschi
abitati da daini,cervi e caprioli, si giunge a Gubbio, dove vale la pena
sostare per vivere l’atmosfera spirituale del Convento di San Francesco.
Richiede
sette giorni a piedi la Via del Sale, originariamente percorsa dai mercanti. Si
parte da Varzi, antico borgo dell’Oltrepò Pavese, famoso per il salame che vi
si produce, sede del Castello della potente famiglia Malaspina che deteneva il
dominio di numerosi feudi del la zona, e della Chiesa dei Cappuccini, pieve del
XII secolo dedicata a San Germano, patrono del paese. Si transita per
Monteforte, terra di boschi di castagni e felci, e Castellaro, villaggio dal
tipico aspetto medievale con costruzioni in sasso. Attraversando il Parco
naturale dell’Antola e l’Alta Via dei Monti Liguri, si arriva a Sori sulla
Riviera ligure di Levante. Dove potete recuperare con le specialità del posto,
dalla focaccia genovese alle linguine con il pesto. È immersa nella macchia
mediterranea sarda la Strada del Vino Carignano, che vaga per duecento
chilometri dall’entroterra al mare tra vigneti e cantine dell’isola, dove degustare
il rosso del Sulcis Iglesiente.
La Via
degli Dei, invece, porta a fare trekking tra Bologna e Firenze, 130 chilometri
lungo l’antico tracciato della Flaminia Militare. Perché Via degli Dei? Perché
il percorso attraversa località come Monzuno (o Mons Iovis,monte di Giove),
Monte Venere e Monte Luario (Lua era la dea romana dell’espiazione).
L’itinerario parte da Bologna per salire a San Luca, e poi seguire il lungo
Reno fino a Sasso Marconi, dove si inerpica per Contrafforte Pliocenico. Infine
si giunge a Firenze con una straordinaria vista dall’alto da Fiesole. E’
caratterizzata dai selciati di origine romana che troviamo in diversi tratti
del percorso,ma anche dai grandi boschi e le torri in pietra di Monte Adone. La
parte più alta del cammino è quella di Contrafforte Pliocenico, con le sue
grandi faggete, e porta alle colline dolci della piana del Mugello. (Fonte: MICOL
PASSARIELLO - Repubblica)
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