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    giovedì 27 agosto 2015

    Padre Gratien: il sacerdote congolese rompe il silenzio e resta sotto torchio sette ore

    Mesi di silenzio, sia da uomo libero che da detenuto, poi ieri quasi otto ore sotto torchio a negare praticamente tutto. E’ stato un vero e proprio interrogatorio fiume quello sostenuto ieri da Padre Gratien Alabi con il sostituto procuratore Marco Dioni.
    Il sacerdote congolese dietro le sbarre ad Arezzo con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere di Guerrina Piscaglia, la povera donna di Ca’Raffaello di cui non si hanno più notizie dal lontanissimo 1° maggio 2014, era assistito davanti al magistrato dall’avvocato Francesco Zacheo, il primo ad arrivare già alle 9.
    “E’ una giornata importantissima” si è rivolto ai cronisti già in attesa. Circa un’ora dopo ecco il magistrato, accompagnato dai carabinieri che hanno seguito le indagini (in primis il capitano Francesco Di Costanzo) e rimasto invece abbottonato.

    In pausa pranzo ecco le prime indiscrezioni: “Finora - abbiamo parlato dello Zio Francesco, da ora in poi affronteremo la questione del telefonino di Guerrina” ha spiegato ancora il legale, Zacheo, uscendo per mangiare qualcosina. Prima di vederlo tornare si è dovuto attendere oltre le 17, tradotto in totale più di sette ore di faccia a faccia. Una maratona in cui padre Graziano ha affrontato i vari nodi spinosi.

    Il religioso ha negato di aver visto Guerrina quel 1° maggio oramai purtroppo tristemente famoso, spiegando: “Con la sua famiglia avevo un rapporto solo da parroco con dei parrocchiani e di amicizia”. Prima, a quanto trapelato, si era soffermato sul mister X dell’intera vicenda, tornando a ribadire: “Zio Francesco? E’ un nordafricano con accento francese di circa 50 anni”. Infine, sull’altro punti che ha spinto gli inquirenti verso di lui e su cui avrebbe risposto c’è anche il famoso sms infarcito di errori di italiano inviato con il cellulare di Guerrina a un altro religioso che la donna non aveva nemmeno in rubrica.


    “Il cellulare della donna io non l’ho mai avuto” avrebbe detto al magistrato. Un rigetto di ogni accusa quindi, anche se in sette ore il sacerdote avrà detto tanto altro. E ora l’avvocato Zacheo si presenta a presentare domanda per gli arresti domiciliari.
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