Il parco ospita una decina di cervi, una
ventina di mufloni e circa 70 daini
"Il parco è una risorsa per l'intera vallata, gestito con
professionalità. Che merita di essere visitato e vissuto". Il sindaco di
Sestino e amministratore dell'Unione dei Comuni, Marco Renzi, si sofferma sullo
"status" del Parco faunistico di Ranco Spinoso, oasi
"verde" dell'alta Valtiberina nata nei primi anni '90 per opera
dell'allora Comunità Montana su iniziativa del Dipartimento Agricoltura e
Foreste della Regione Toscana e intitolato alla memoria del pilota
elicotterista Vasco Lazzerini. La struttura da tre anni è gestita dall'Unione
Montana dei comuni della Valtiberina, che cura in particolare il foraggiamento
e la manutenzione. Oggi, approssimativamente, il parco ospita una decina di
cervi, una ventina di mufloni e circa 70 daini, tra i quali 55 sono femmine coi
loro cuccioli. "Accanto alle questioni pratiche – spiega Renzi - le
maestranze dell'Unione hanno assicurato un buon livello manutentivo del Parco.
Tuttavia, specialmente negli ultimi anni, le difficoltà connesse alla
rarefazione delle risorse e l'aumento esponenziale di animali selvatici
predatori, in particolare il lupo, hanno impegnato enti e operatori. La
presenza del lupo, infatti, se da una parte eleva il territorio al rango di
eccellenza naturalistica, dall'altra pone non pochi problemi di convivenza.
Sestino e Badia Tedalda hanno infatti un apprezzabile concentramento di
allevamenti di razza chianina. Nonostante le precauzioni e il controllo
giornaliero l'aumento esponenziale del lupo ha innescato continue situazioni di
rischio. Ora, specialmente nei mesi invernali, il lupo arriva persino ad
aggirarsi vicino le case, dentro le frazioni, a due passi dai recinti delle
stalle. I lupi seguono i cinghiali, i daini, i caprioli ma non disdegnano prede
poste in situazioni più civilizzate: pecore, capre e persino i vitelli negli
allevamenti o al pascolo. Dal 2008 ad oggi si contano ben 183 animali domestici
vittime di predatori vaganti. Di cui 172 bovini: un patrimonio zootecnico
piuttosto consistente. Anche il parco è sotto assedio. Le palizzate e i
chilometri di rete sono un deterrente importante ma l'alto numero di animali
predatori richiede massima attenzione e un po' di fortuna. Oggi il parco
beneficia della presenza costante di due operai dell'Unione e di una guardia,
che quotidianamente perlustrano, controllano i passaggi degli istrici e dei
tassi che si rinnovano ogni notte e, di norma ogni due giorni, provvedono al
foraggiamento. Negli ultimi sette anni, sfruttando occasioni singolari, come
nevicate abbondanti o un pertugio aperto dall'istrice, il lupo è entrato nel
parco due volte: la prima nel 2008, uccidendo un daino; la seconda nel 2014,
uccidendo ben 10 daini e un capriolo, prima che intervenissero operai e guardia
per mettere sotto controllo la zona e allontanare l'indesiderato ospite. Il
Parco comunque è un luogo sicuro, curato e controllato. Basti pensare ai
numerosi lavori che solo negli ultimi mesi sono stati eseguiti: circa 250
colonne sostituite nella palizzata, in grado di sorreggere la rete a maglia
sciolta e i reticolati; sostituzione di porzioni di rete, in alcuni tratti
anche elettrosaldata; sostituzione del cancello di ingresso al recinto dei
daini e mufloni; sostituzione del cancello di scolo delle acque e pulizia di
detriti in alcuni tratti ove i temporali possono accumulare quantitativi di
terra, ramaglie e foglie; regimazione delle acque con escavatore, e così
via. Insomma – conclude Marco Renzi - un parco che può ben stare come fiore
all'occhiello quale oasi appenninica, tra fauna selvatica ed essenze arboree
dell'Appennino. Per questo, gli operatori dell'Unione dei comuni della
Valtiberina, la guardia e lo stesso nostro comune pongono la massima
disponibilità per accogliere quanti vorranno toccare con mano la
professionalità e la qualità, sia sotto il profilo della gestione delle
strutture che della cura verso gli animali, del Parco di Ranco Spinoso".
(Fonte:Saturnonotizie.it)
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