Nell’anno dei Presepi, del ritorno a
immedesimarsi nella notte dei pastori, della grotta simbolo dell’ accoglienza
degli umili, a Sestino c’è chi continua ancora antiche costumanze: il “ceppo” e
l’accoglienza per Maria, Giuseppe e il Bambinello.
Il “ceppo” è legato strettamente alla cultura e alla vita contadina: si tratta di un grosso tronco di albero, messo nel camino a riscaldare fino alla Befana il cantuccio dove il “nonno” dall’alto della sua età/autorità, conduceva il rosario della sera. Una serie di usanze accompagnava a lungo questo “rito”. E ancora lo accompagna perché a Sestino non mancano famiglie che, accanto al presepe o all’albero, mantengono la tradizione del “ceppo”. Così come ci sono famiglie, quali Veronica di Caibugatti, altre di Monteromano, Petrella, Casale ad esempio, che la sera della vigilia, a mezzanotte, mettono davanti al camino tre sedie, con cuscini bellamente adorrnati di stoffe lavorate al telaio e a mano, in attesa che giungano a riscaldarsi al loro focolare Maria, Giuseppe e il Bambino Gesù.
La tradizione più vera si sposa, quindi, con nuove usanze. Con la nascita della associazione “Mani che lavorano”, guidata da Katia Fabbretti, l’artigianato si cimenta con il presepe fatto a mano, lavorato dal falegname, dal contadino, dal pittore che cesella presepi sui sassi, dalle mani esperte del tombolo. Quest’anno è stato un successo di partecipazione il secondo “Premio al Presepe più bello”, cui hanno aderito- con una esposizione che durerà fino al 9 gennaio, anche le classi dell’Istituto Comprensivo “L.Voluseno”. Si sono imposti due giovanissimi, con presepe costruito con materiali di riciclo, il “Bar di Piazza” con una scena minuziosamente descritta e incastonata in un ambiente della Sestino medievale e un “gustoso” presepe del Panificio Filippelli, con una rappresentazione costruita con gli elementi del loro lavoro: farina, uova, cioccolata, zucchero e ingredienti sapientemente calcolati.
Per la vigilia, continua il “Presepe vivente”, seconda edizione, organizzata dalla Pro Loco, che si snoda lungo l’erta dell’antica Via Terme Romane, fino alla Pieve.
Tra le particolarità merita una particolare visita “Un castello come Presepe: Monterone”. Da vari anni, l’antico castello medioevale, arroccato su un colle all’ingresso della Toscana per chi risale la valle del Foglia, si trasforma in un ampio, incantato presepe. Fasci di loci variamente colorate, illuminano le quinte delle case, alte , slanciate, mosse nei volumi, con al centro, tra le stelle di queste serate “primaverili”, l’apice del campanile. Un castello che ammalia e avvinghia lo sguardo del panorama. E se ci si inoltra nei vicoli antichi, è come la scoperta di una Betlemme nostrana, dalle sensazioni profonde.
Ma il Natale di Sestino ha avuto – e avrà ancora - altri momenti importanti sul piano religioso e sociale: Il “Natale con gli anziani” celebrato presso la Casa di Riposo sabato 19 dicembre; la messa, sempre con gli anziani ospitati nella struttura con il nuovo incaricato della parrocchia, don Renè, celebrata lunedì, 22 dicembre e, per la vigilia della Epifania, il tradizionale “Pranzo con gli Anziani” organizzato dalla amministrazione comunale.
(Giancarlo Renzi) (FONTE:Valtiberinainforma.it)
Il “ceppo” è legato strettamente alla cultura e alla vita contadina: si tratta di un grosso tronco di albero, messo nel camino a riscaldare fino alla Befana il cantuccio dove il “nonno” dall’alto della sua età/autorità, conduceva il rosario della sera. Una serie di usanze accompagnava a lungo questo “rito”. E ancora lo accompagna perché a Sestino non mancano famiglie che, accanto al presepe o all’albero, mantengono la tradizione del “ceppo”. Così come ci sono famiglie, quali Veronica di Caibugatti, altre di Monteromano, Petrella, Casale ad esempio, che la sera della vigilia, a mezzanotte, mettono davanti al camino tre sedie, con cuscini bellamente adorrnati di stoffe lavorate al telaio e a mano, in attesa che giungano a riscaldarsi al loro focolare Maria, Giuseppe e il Bambino Gesù.
La tradizione più vera si sposa, quindi, con nuove usanze. Con la nascita della associazione “Mani che lavorano”, guidata da Katia Fabbretti, l’artigianato si cimenta con il presepe fatto a mano, lavorato dal falegname, dal contadino, dal pittore che cesella presepi sui sassi, dalle mani esperte del tombolo. Quest’anno è stato un successo di partecipazione il secondo “Premio al Presepe più bello”, cui hanno aderito- con una esposizione che durerà fino al 9 gennaio, anche le classi dell’Istituto Comprensivo “L.Voluseno”. Si sono imposti due giovanissimi, con presepe costruito con materiali di riciclo, il “Bar di Piazza” con una scena minuziosamente descritta e incastonata in un ambiente della Sestino medievale e un “gustoso” presepe del Panificio Filippelli, con una rappresentazione costruita con gli elementi del loro lavoro: farina, uova, cioccolata, zucchero e ingredienti sapientemente calcolati.
Per la vigilia, continua il “Presepe vivente”, seconda edizione, organizzata dalla Pro Loco, che si snoda lungo l’erta dell’antica Via Terme Romane, fino alla Pieve.
Tra le particolarità merita una particolare visita “Un castello come Presepe: Monterone”. Da vari anni, l’antico castello medioevale, arroccato su un colle all’ingresso della Toscana per chi risale la valle del Foglia, si trasforma in un ampio, incantato presepe. Fasci di loci variamente colorate, illuminano le quinte delle case, alte , slanciate, mosse nei volumi, con al centro, tra le stelle di queste serate “primaverili”, l’apice del campanile. Un castello che ammalia e avvinghia lo sguardo del panorama. E se ci si inoltra nei vicoli antichi, è come la scoperta di una Betlemme nostrana, dalle sensazioni profonde.
Ma il Natale di Sestino ha avuto – e avrà ancora - altri momenti importanti sul piano religioso e sociale: Il “Natale con gli anziani” celebrato presso la Casa di Riposo sabato 19 dicembre; la messa, sempre con gli anziani ospitati nella struttura con il nuovo incaricato della parrocchia, don Renè, celebrata lunedì, 22 dicembre e, per la vigilia della Epifania, il tradizionale “Pranzo con gli Anziani” organizzato dalla amministrazione comunale.
(Giancarlo Renzi) (FONTE:Valtiberinainforma.it)
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