Dopo la sentenza di fallimento il Sansepolcro
cerca di rimediare. Spunta una cordata umbra per salvare il titolo e la serie DSentenza di fallimento per il Sansepolcro a
quanto pare perché la società non avrebbe liquidato presunti danni alla
titolare di un appartamento utilizzato da giocatori bianconeri nel
2008. Ora spunta una cordata umbra per il salvataggio. Proprio così, perché mentre il Sansepolcro
Calcio, al gran galà di Ellera al Centro Congressi Quattrotorri, con i suoi
atleti mieteva premi a iosa e conquistava il “Pallone d’oro” della serie D con
Giacomo Gorini, in un’altra aula molto meno ‘sportiva’ del Tribunale di Arezzo
veniva decretato il fallimento della società presieduta da Luigi Panichi per
una cifra tutt’altro che esorbitante. Tutto nasce addirittura nel 2008 quando
la titolare di un appartamento utilizzato dai giocatori bianconeri chiede la
liquidazione per presunti danni all’immobile; 1500 euro in realtà saliti poi a
9000 con le spese legali. Sempre più incredibile. Come il fatto che i
responsabili del sodalizio bianconero non si sono presentati alle varie udienze
nonostante le notifiche pervenute. All’epoca dei fatti i soci della società
infatti erano altri e gli attuali sono dunque caduti dalle nuvole. La
negligenza dei primi nell’ignorare le notifiche ricade così sulla nuova società
attuale che si è affrettata subito a dichiarare che il “mero errore nella
gestione del contenzioso è da sanare al più presto con la soddisfazione di
tutte le esigenze delle parti in causa”. Ora saranno i legali del Sansepolcro a
presentare ricorso mentre il giudice ha nominato come curatore fallimentare
l’avvocato Marcello Catacchini. Certo è che stando così le cose il Sansepolcro
rischia ora di uscire di scena dal campionato di serie D e ripartire dalle
serie minori. Intanto una cordata di imprenditori perugini sarebbe già disposta
a rilevare il titolo in modo tale da far disputare ai bianconeri a fine estate
il loro 21° torneo consecutivo nella serie interregionale. Insomma non c’è pace
per il Sansepolcro costretto per il secondo anno di fila a gestire difficili
situazioni non propriamente sportive. Nel 2013 il cambiamento societario con
tutti i patemi che ne sono conseguiti, oggi una tegola ancora più grossa.
La Nazione.it)
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