Il telefonino inguaia
pesantemente padre Graziano. Nella
nuova udienza in Corte d'Assise gli inquirenti hanno portato pesantissimi indizi a carico di Gratien Alabi che potrebbero diventare prove. Tutto
converge sull'utilizzo del telefonino di Guerrina Piscaglia dal giorno della sua scomparsa e fino al 24 luglio.
Viene riacceso per alcuni istanti cinque volte e quando avviene è sempre
nella stessa cella agganciata dal cellulare di padre Graziano. Con attività
riconducibili al prete: per la grafia, per gli errori nell'invio dei messaggi,
per la strategia volta a depistare facendo credere che la donna era andata via.
C'è anche uno squillo che parte da Badia Tedalda, proprio dove si trovava
Alabi, al figlio di Guerrina, Lorenzo. Che in quel momento ha la linea occupata, poi si
affretta a richiamare mamma, ma il cellulare è stato già spento. Dalla lettura
dei tabulati emergono gli oltre seimila contatti da gennaio 2013 al primo
maggio 2014 fra Gratien e Guerrina, che poi si interrompono totalmente. E Gratien
cancella dal cellulare tutti i messaggini scambiati. La difesa si è limitata ad
ascoltare con alcuni interventi, ma quando sarà il suo turno argomenterà il
concetto espresso da Alabi: "Non avevo il telefonino, mica mi avete
visto".
sabato 16 aprile 2016
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