Un'altra
giornata caldissima per il processo a carico di padre Graziano, il religioso
accusato di aver ucciso Guerrina Piscaglia e averne nascosto il cadavere.
Per
ora il punto forte della giornata è Padre Silvano, il secondo dei tre frati che
abitavano nella canonica di Ca’ Raffaello per la testimonianza cui l’ha
convocato Dioni. E padre Silvano è arrivato ed è stata predisposta la
traduzione in francese della sua testimonianza. La notifica l'aveva ricevuta,
ma fino a stamani c'era il dubbio che sarebbe davvero arrivato in aula. E
invece è arrivato. Subito intervistato dai giornalisti: "Credo
nell'innocenza di Padre Graziano - dice in francese - altrimenti non avrei
fatto tanta strada per venire fin qui"
Silvano è arrivato da Saint Denis in Francia ma nel
2014 era nella parrocchia di Ca Raffaello quando la donna scomparve. «Guerrina
- ha detto in francese padre Silvano aiutato da un'interprete - è sempre venuta
in parrocchia con il figlio o il marito. Quale rapporto poi ci fosse tra Padre
Gratien e Guerrina non lo so». Il religioso fu sentito dai carabinieri e dal pm
l'otto settembre del 2014 prima che partisse dall'Italia per la Francia. Padre
Silvano, convocato dal pubblico ministero Marco Dioni, ha confermato un clima
sereno nella parrocchia e una buona amicizia tra i frati e la famiglia di
Guerrina Piscaglia.
Padre
Silvano ha detto di non aver mai registrato anomalie nel rapporto tra Guerrina
e Gratien. Padre Silvano ha quindi ricostruito la giornata del primo maggio
2014 giorno in cui scomparve Guerrina confermando di aver mangiato con padre
Gratien e padre Faustin e di essere andato prima a dormire, poi a dire la messa
in un paese vicino. Precedentemente l'imputato, presente in aula con l'abito
talare, ha rilasciato una dichiarazione spontanea per protestare contro
l'utilizzo del suo cellulare da parte dei carabinieri che hanno condotto le
indagini.
E ha
testimoniato di aver ricevuto minacce via skype, anche se l'episodio non
dovrebbe avere collegamenti con la vicenda di Guerrina. Qualcosa era emerso
anche nei mesi delle indagini. Si era parlato di una comunicazione arrivata sul
computer della parrocchia e l'utente in quel caso doveva essere proprio
Silvano. La comunicazione di un «Glory
to God», probabilmente una donna residente a Montreal, in Canada. Era emersa la
minaccia di diffondere un video «che può farti danno». Una chat di agosto,
della quale non erano mai emersi i dettagli e che è probabilmente la minaccia
di cui oggi ha parlato Silvano in assise, anche se quasi certamente svincolata
dal caso Guerrina.
In
aula protagonista sicuro il maresciallo Tommaso Surico, l’investigatore che ha
seguito le indagini fin dall'inizio. E se due venerdì fa si è concentrato sulle
telefonate fra il frate e la scomparsa, oggi dovrebbe essere portato sul
fantomatico personaggio chiave: «Zio
Francesco».
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