Inizia oggi ad Arezzo il processo a carico di
padre Gratien Alabi, il prete congolese accusato dell’omicidio di Guerrina
Piscaglia, la casalinga di Ca’ Raffaello scomparsa il 1° maggio 2014. A
sorpresa il religioso, che ha voluto con forza il rito ordinario in Corte
d’Assise, ha chiesto la presenza delle telecamere in aula. Padre Gratien, che
oggi compie 46 anni, vuole dunque che le telecamere riprendano lo svolgimento
delle udienze. Sarà la Corte a decidere e pronunciarsi in merito.
L’imputato è accusato di omicidio volontario e
distruzione di cadavere. In attesa del trasferimento ai domiciliari, come
deciso dal Riesame, padre Gratien per ora è bloccato in carcere perché manca il
braccialetto elettronico, ragione per la quale la sua scarcerazione è stata più
volte rinviata.
Quella odierna è la prima udienza del processo a
suo carico. Un’udienza tecnica durante la quale sarà decisa l’impostazione del
dibattimento che indiscrezioni preannunciano sarà lungo e complesso. L’intenzione
dei legali del prete congolese, Zacheo e Angeletti, come anticipato dal
Corriere di Arezzo, sarà quella di presentare molteplici eccezioni e richieste
di perizie, prima fra tutte quella relativa ai presunti sms di depistaggio che
per l’accusa padre Gratien avrebbe inviato dal cellulare di Guerrina. Sarà
inoltre contestato l’impianto accusatorio nei confronti dell’imputato, che
secondo la difesa non spiegherebbe la condotta omicidiaria dell’imputato.
0 commenti:
Posta un commento