Padre Graziano ha chiesto
ai suoi avvocati di inserire tra i testimoni due catechiste di Cà Raffaello che dovrebbero riferire sulla sua
condotta come vice parroco e sulla sua missione sacerdotale che, continua a
ripetere dal carcere Grartien, non ha mai tradito. La difesa di Gratien Alabi in Corte d'Assise (prima udienza il 4 dicembre) oltre a negare totalmente il
coinvolgimento di padre Graziano nell'omicidio di Guerrina Piscaglia, tende anche a descrivere una figura di prete diversa
rispetto a quella emersa da indagini e testimonianze: bevitore, dissoluto,
frequentatore di donne. I nomi delle due catechiste, vicine al prete e a lui
fedeli, saranno quindi inserite nella lista che gli avvocati Francesco Zacheo e Riziero Angeletti depositeranno martedì 24 novembre.
Intanto l'avvocato Angeletti e il professor Sergio Novani, docente di logica processuale, hanno incontrato padre
Graziano in carcere e lo hanno descritto in buona forma: non vede l'ora che il
processo inizi e di poter anche intervenire nelle udienze per fare le sue
puntualizzazioni. Incalzato con domande anche a tranello, avrebbe dato risposte
che la per la difesa sono logiche e convincenti. Ha anche ribadito la storia di
zio Francesco, ha ripetuto di non aver mai avuto il telefonino di Guerrina e
sulle tracce di liquido seminale ricondotte a lui dai carabinieri del
Ris ha detto che ogni tanto dormiva nel divano e può essere stata una emissione
involontaria e spontanea. La difesa, ma anche la parte civile con gli avvocati
Nicola Detti e Francesca Faggiotto, chiederanno alla Corte che venga sentito
come testimone anche l'arcivescovo Fontana, che il pm Marco Dioni non ha
inserito nella lista. Anche a lui Gratien raccontò la storia di zio Francesco.
domenica 22 novembre 2015
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