Questa mattina, a Novafeltria, si è riunito il "Focus
group", costituito da sindaci della Valmarecchia, rappresentanti della
Provincia, cittadini e tecnici, per approfondire ogni aspetto del percorso della
cosiddetta "Strategia nazionale per le Aree interne". Si tratta di
una strategia proposta dal Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione
territoriale e definita nell’Accordo di Partenariato 2014-2020 e attuata dalla regione Emilia Romagna, che
eroga finanziamenti ai progetti relativi a sviluppo locale, mobilità, sanità e
istruzione che hanno l’obiettivo di potenziare servizi e opportunità per quei
territori marginali rispetto ai grandi ‘hub’ metropolitani.
Sulla base dell’istruttoria e dei criteri concordati tra
Europa e Italia, per la nostra regione sono state identificate le prime 4
aree-progetto candidabili: Basso ferrarese, Alta Valmarecchia, Appennino
piacentino-parmense, Unione Montana dei Comuni dell’Appennino Reggiano.
Per le aree-progetto selezionate, gli interventi di sviluppo
locale saranno finanziati con risorse nazionali previste appositamente dalle
Leggi di Stabilità 2014 e 2015 e con risorse dai Programmi operativi regionali
finanziati da tutti i fondi comunitari disponibili (fondi strutturali) e
riguarderanno prioritariamente i seguenti ambiti di intervento: tutela del
territorio, valorizzazione delle risorse naturali e culturali e turismo
sostenibile, sistemi agroalimentari e sviluppo locale, risparmio energetico e
filiere locali di energia rinnovabile, saper fare e artigianato. Le risorse
disponibili ammontano a 680 milioni di euro. I progetti pilota partiranno in 23
delle 57 aree progetto individuate, cioè sistemi locali intercomunali
selezionati dalle autorità regionali e nazionali.
A presentare la strategia, era presente questa mattina a
Novafeltria Fabrizio Barca, direttore generale del Dipartimento Tesoro MEF
(Ministero Economia e Finanza), oltre ai rappresentanti degli altri Ministeri
coinvolti nel Comitato Nazionale delle Aree Interne (CAI).
I sindaci e le istituzioni locali hanno rappresentato l’Alta
Valmarecchia come una comunità molto unita, con una massa critica diversa, ma
con grande capacità di collaborare. Necessario, secondo gli amministratori
locali e le associazioni di categoria, incentivare l’agricoltura (che porta con
sé residenza e valorizzazione del paesaggio); migliorare i collegamenti, sia
stradali che di connettività digitale; mantenere e potenziare i servizi
sanitari; investire sullo sviluppo turistico. Tutto questo in una cornice
omogenea e armonica, non spezzettata/frazionata in singoli interessi comunali,
rispondente all’obiettivo di integrazione del’intera vallata con il territorio
costiero.
“La Valmarecchia ha
alcune pecualirità strategiche", ha detto, nelle conclusioni, Fabrizio
Barca. "L’offerta turistica è ampia ma con una dotazione di posti letto
decisamente bassa, nonostante un afflusso pari a 6 volte la media delle aree
interne. Emergono poi molte intuizioni progettuali, che non fanno ancora parte
però di una strategia complessiva. Infine con la forte manifestazione di
identità geopolitica attestata dal referendum (caso unico in Italia), questo
territorio ha fatto una scelta ben precisa ovvero ha scelto di gravitare su
Rimini, rompendo il diaframma storico tra rurale e urbano. Ciò non può quindi
non essere un pezzo fondamentale di questa strategia. Il disegno strategico che
si è delineato si può chiaramente rappresentare con 3 cerchi: il primo
racchiude i 7 comuni dell'Alta Valmarecchia, il secondo i tre della Bassa
Valmarecchia, il terzo è formato da Rimini.
Le risorse economiche che potrebbero essere agganciate
devono essere finalizzate a interventi che diventino permanenti e che quindi
comportano investimenti duraturi anche da parte di regione e territori.
Dichiarazione del Presidente della Provincia di Rimini
Andrea Gnassi
“Paesaggi, arte, cultura, borghi, ambiente sono un orizzonte
nel quale collocare una strategia di area interna che valuta le pre-condizioni
su cui innestare lo sviluppo urbano. Sono quelle sulle quali ci stiamo
impegnando: sanità ad esempio è quel progetto di rete sul quale stiamo
lavorando. Su queste pre-condizioni va innestato un modello di sviluppo capace
di attivare filiere produttive, capaci di evocare la narrazione di un pezzo di
terra che ha una strategia. In questo
senso, non ho tanti dubbi nel ritenere l’alta Valmarecchia la principale
candidata al posto n. 1. Tra il percorso del Piano strategico e quello del
Contratto di Fiume abbiamo già la copertina e la rilegatura dove poi inserire
le pagine dei progetti. Si parte e si arriva qui: alla visione, al disegno che
abbiamo condiviso per darci un respiro e un orizzonte di vallata. Non credo
cadremo in tentazione e cioè scambieremo le risorse aggiuntive della UE per
tappabuchi di problemi di piccolo cabotaggio che con la natura di questi
strumenti non c’azzeccano nulla. La svolta culturale, decidendo assieme di
procedere nella direzione della pianificazione strategica, l’abbiamo già alle
spalle e adesso davanti ci si spalanca un pezzo di futuro impensabile fino a
pochi anni fa. Sprecarla per eccesso di egoismo o opportunismo sarebbe davvero
la peggiore eredità che, come amministratori della cosa pubblica, lasceremmo
alle future generazioni, condannando questo stupendo territorio al deserto”.
(Fonte:Altarimini.it).
0 commenti:
Posta un commento