Non è
stata ancora individuata la ragazza dell'Est che, secondo la rivelazione della
prostituta rumena Cristina, sarebbe stata sequestrata da padre Graziano. Il fatto sarebbe avvenuto
nell'abitazione di lei, a Perugia, in una data non specificata e senza che la
presunta vittima, liberata dai vigili del fuoco, avesse sporto denuncia. Si
parla di una lucciola ungherese, o
polacca, bionda e di bell'aspetto, forse con problemi di droga. Il racconto
Cristina lo avrebbe ricevuto non da lei ma dal protettore della ragazza. Per
quanto molto dubbiosi gli inquirenti che indagano sulla scomparsa/omicidio di
Guerrina Piscaglia faranno accertamenti, mentre su Pomeriggio 5 una amica di
Cristina, intervistata dalla giornalista Giorgia Scaccia, ha confermato la
circostanza.
Intanto
si registra un commento dai contenuti anche duri apparso sul quotidiano dei
vescovi, l'Avvenire. A firmarlo è don Patriciello, il prete della
Terra dei Fuochi. Eloquente titolo "L'inganno di una vita donata solo per finta: il duro caso di un prete e il bisogno
di chiedere perdono". Si parla di discernimento vocazionale, di impegno e
responsabilità dei preti nel fornire un esempio e un modello. E della
sofferenza della Chiesa, oltre al disorientamento della gente, dinanzi alle
continue rivelazioni sulla vita impura e dissoluta di padre Graziano. “Non
accada mai più - scrive don Maurizio Patriciello - che pecore e agnelli vengano
affidati a "pastori" che ne fanno scempio come mercenari”. E ancora,
rivolto direttamente a Gratien: “In Italia, nessuno si sognerebbe di condannare
un uomo perché beve e spende i suoi soldi con donne messe in vendita. Avresti
potuto farlo. Invece, indossando quell’abito e salendo i gradini dell’Altare,
hai detto a tutti di vivere in castità e poi, nascosto dietro questo paravento,
hai tradito la parola data. (…) Te lo voglio dire con estrema onestà: per
questo tuo modo di agire, così come per quello di qualche altro confratello
accusato in questi giorni di pedopornografia, la Chiesa tutta e noi singoli
preti paghiamo un prezzo altissimo.” Un altro passaggio: “Non conosco la tua
storia; sono disposto ad ascoltarla, a comprenderti, ad aiutarti, ma non a
giustificarti, perché nessuno ha il diritto di ingannare il prossimo come hai
fatto tu.” Infine don Patriciello conclude: “Credimi: ti auguro ogni bene.
Spero e prego che tu possa essere riconosciuto innocente, riprendere in mano la
tua vita e darle un senso. Ti assicuro la vicinanza mia e di tanti altri,
Graziano. Ma sentiamo un bisogno urgente di chiedere perdono. Al Papa, alla
Chiesa, agli abitanti di Ca’ Raffaello, a tutti i fratelli e le sorelle,
credenti e non credenti. Ma in modo particolare alla famiglia di Guerrina.
Vogliamo farle sapere che preghiamo incessantemente perché il miracolo di
poterla riabbracciare si possa realizzare.”(Fonte:Corrierediarezzo.it)
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