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    NOTIZIE DAL COMUNE DI BADIA TEDALDA (AR) E ZONE LIMITROFE
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    lunedì 29 dicembre 2014

    L'acqua che scotta (II puntata)

    La puntata precedente si chiude con l'Ing. Schiatti che lascia la carica di Presidente. "Sbattendo la porta" egli dichiara: "Dobbiamo avere il coraggio di dire che abbiamo sbagliato. Il servizio idrico integrato non può essere privatizzato. Né in parte, perchè gli amministratori pubblici non sono pronti a competere con i manager di professione, né del tutto. L'esperienza ha dimostrato che il servizio idrico integrato deve restare pubblico. Onore a chi lo aveva capito prima."
    Anno 2004:
    Nel 2004 l'AATO n.3  (che comprende Firenze, Prato, Pistoia e il medio Valdarno) decide di costituire anch'essa una società mista pubblico-privato ed espletare una gara per la selezione del socio privato di minoranza, cui assegnare il 40% di azioni della costituenda Publiacqua Spa.
    La scelta ricade sull'A.T.I. costituita tra SUEZ ed ACEA che, diversamente dalla gara aretina del 1998, si alleano e prevalgono facilmente sul resto dei concorrenti.
    Ad Arezzo la tariffa media del servizio idrico integrato aumenta  a 1,56 euro/mc.
    Anno 2005:
    I soci privati di Nuove Acque dirigono il gioco e, attraverso il project financing, ottengono anche il controllo formale dela Società. Vengono decisi una serie di progetti di investimento e per realizzarli servono tanti soldi, quelli che ( secondo le  ottimistiche aspettative di coloro che avevano sostenuto la convenienza dell'operazione Nuove Acque) dovevano "portare" i soci privati ,  70 milioni di euro. Non tutti i Comuni sottoscrivono il progetto. Quelli che lo fanno sono costretti a chiedere un finanziamento. E sono proprio Banca Popolare dell'Etruria e Monte dei Paschi di Siena, le due banche italiane socie della Suez, ad erogarlo. Applicano un tasso di interesse variabile che, con il costo del “derivato” ad esso collegato,  supera il 6% annuo, cioè di tre punti superiore a quello praticato agli Enti locali dalla Cassa Depositi e Prestiti. Come garanzia le banche chiedono  che  i Comuni diano in pegno le loro azioni di Nuove Acque. Tutti I sette comuni della Valtiberina (Sansepolcro, Anghiari, Badia Tedalda, Sestino, Monterchi, Caprese  Michelangelo e Pieve Santo Stefano) si rifiutano di dare in pegno le proprie azioni . Si rifiutano di farlo anche  Arezzo, Foiano, Poppi, Montemignaio, e Castiglion Fibocchi. Complessivamente I comuni che cedono in pegno alle banche le proprie azioni  rappresentano poco più di metà del capitale di parte pubblica , ma ciò è largamente sufficiente a conseguire il pieno controllo della società da parte dei privati che già detengono il 46% di azioni.   E il gioco è fatto. La Società è ormai totalmente controllata dai privati.
    Con  M.P.S. e B.P.E.L. viene stipulato il contratto di Project financing per un finanziamento di 69,82 milioni di euro che verranno erogati in 7 anni e rimborsati nei successivi 10 (dal 2012 al 2021).  Nuove Acque fa sapere che “l’unica garanzia richiesta dalle banche -per concedere il finanziamento- è rappresentata dalla qualità del progetto stesso”. Ma le cose  non stanno proprio così, le banche si sono assicurate ben più consistenti garanzie rispetto alla mitica e propagandata “qualità del progetto”:
    1) A garanzia del rimborso di tutti i finanziamenti la maggioranza dei i soci proprietari di Nuove Acque costituisce irrevocabilmente il  pegno a favore delle banche sulle azioni detenute.
    2) A garanzia del rimborso di tutti i finanziamenti, Nuove Acque concede in privilegio speciale verso le banche tutti i seguenti beni, presenti e futuri: impianti, opere, beni strumentali,materie prime, prodotti in lavorazione, scorte, frutti, merci, prodotti finiti e ogni altro bene eventualmente non ricompreso fra i precedenti.
    3) A garanzia del rimborso di tutti i finanziamenti, Nuove Acque effettua la cessione alle banche di tutti i crediti di qualsiasi natura presente o future.
    4) A garanzia del rimborso di tutti i finanziamenti, Nuove Acque costituisce irrevocabilmente in pegno a favore delle banche tutti i conti costituiti (conti correnti bancari, postali, etc.etc).
    5) A garanzia del rimborso di tutti i finanziamenti, Nuove Acque effettua la cessione alle banche di tutti i crediti IVA presenti e futuri.
    6) A garanzia del rimborso di tutti i finanziamenti, Nuove Acque si impegna a costituire ipoteca di primo grado a favore delle banche su tutti gli immobili di proprietà assoggettabili ad ipoteca.
    Di fronte alla concessione di tali e tante garanzie si evince facilmente che le banche si sono super garantite con pegni , privilegi , cessioni di crediti, ipoteche …… insomma con tutto quello che serve loro a “dormire tra due guanciali”. Viceversa l’affermazione fatta circolare da Nuove Acque secondo cui “l’unica garanzia richiesta dalle banche è rappresentata dalla qualità del progetto stesso”  va purtroppo annoverata tra le tante panzane propalate ad arte per indorare la pillola da far ingoiare agli ignari cittadini.
    Anno 2007:
    In materia di servizio idrico integrato il Consiglio Comunale di Arezzo approva, il 4 maggio, un ”atto di indirizzo” che impegna il Sindaco e la sua Giunta ad effettuare una verifica completa degli aspetti di natura giuridica, contrattuale, economica e finanziaria inerenti l’ipotesi di riscatto, così come di proposte atte a ridurre o comunque contenere le tariffe, agevolando ed incentivando i bassi consumi e i consumi sociali dell’acqua e di individuare percorsi che possano portare anche alla ripubblicizzazione della gestione del servizio idrico integrato.
    Il 25 maggio il Sindaco Fanfani incarica due Assessori, Marconi e Banchetti, oltre al Consigliere Domini di dare esecuzione all’atto di indirizzo servendosi di una Commissione allargata a esperti esterni di assoluta autorevolezza e specchiata indipendenza, dell’ ufficio comunale delle società partecipate e degli uffici dell’ATO 4 .
    Sulla possibilità di arrivare alla ripubblicizzazione  Domini però , all’insediamento della Commissione da lui presieduta, dichiara: “ A mio parere non si tratta di una possibilità a breve scadenza ma, rispettando la convenzione vigente, se ne potrà parlare solo fra cinque anni (2012) essendo che allora sarà scaduto 1/3 dei 25 anni di durata dell’affidamento della gestione da parte della società francese Suez” 
    Nel mese di settembre la Commissione conclude il proprio compito sostenendo che per riscattare le azioni dei privati occorrono circa 23 milioni di euro. Non è dato sapere quali proposte siano state suggerite per ridurre o comunque contenere le tariffe.
    Nel 2007 l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCOM/Antitrust) a chiusura di una laboriosa indagine delibera di sanzionare con una multa di 11,3 milioni di euro SUEZ ed ACEA perchè nel 2004 le due società avevano creato un'intesa restrittiva a discapito della concorrenza per aggiudicarsi le quote di minoranza di Publiacqua Spa. In virtù di questa infrazione devono pagare rispettivamente 8,3 milioni ACEA e 3 milioni SUEZ.  Ma le due società alleate ricorrono al TAR della Toscana contro il provvedimento dell' Antitrust ottenendone la sospensione.
    Anno 2008:
    Decidendo nel merito del ricorso  il TAR annulla la sanzione comminata dall'Antitrust a carico di SUEZ ed ACEA , ma l'Autorità per la Concorrenza non demorde e presenta appello al Consiglio di Stato per ottenere la riforma della decisione del TAR.
    Anno 2009:
    Dal 1° gennaio i Patti Parasociali stipulati nel 1999 tra Comuni e soci privati sono da considerarsi scaduti, essendo scattato il limite di validità quinquennale previsto dall’art. 2341-bis per effetto dell’assoggettamento di tutti i Patti Parasociali stipulati prima del 2004 alle disposizioni di cui all’art. 223 del Dlgs. N° 6/2003. Ma ciò non sembra destare l’interesse dei Comuni che però avrebbero molto da guadagnare (nell’interesse generale) da una nuova trattativa che consentirebbe di modificare  le condizioni piuttosto svantaggiose sottoscritte 10 anni prima.
    Nel corso del 2009, all'insaputa dell'AATO 4 e dei soggetti pubblici soci di Nuove Acque,  IRIDE Spa (che "per fusione" ha già incorporato AMGA) tratta e definisce la cessione ad ACEA Spa delle proprie quote azionarie di Consorzio Intesa Aretina (che detiene il 46% di Nuove Acque) . In tal modo anche ad Arezzo  viene a costituirsi l'alleanza tra SUEZ ed ACEA  multate dall'Antitrust per l' intesa restrittiva della concorrenza già messa in atto a Firenze.
    Il 14 settembre 2009 l'AATO 4 (Autorità di Ambito Territoriale) e i 37 Comuni soci di maggioranza di Nuove Acque, apprendono da notizie di stampa che IRIDE Acqua Gas, società del gruppo Iride, ha ceduto ad ACEA Spa l'intera quota di partecipazione in Intesa Aretina, pari al 35% del capitale.  Il corrispettivo di tale cessione è di circa  13 milioni di euro e genera una plusvalenza lorda di oltre 5 milioni sul bilancio di Iride.
    In data 6 novembre 2009  Nuove Acque Spa, interpellata dall' AATO 4,  comunica all'Autorità d'Ambito che non è in grado di trasmettere la documentazione relativa alla cessione di azioni da IRIDE ad ACEA in quanto si tratta di un atto concluso direttamente dagli azionisti del Consorzio Intesa Aretina (proprietaria del 46% di Nuove Acque) senza che sia stata coinvolta la Società.
    Sugli aspetti giuridici posti dal subentro nella gestione del servizio di un soggetto diverso da quello originariamente individuato con gara ad evidenza pubblica, per di più avvenuto senza il consenso della parte pubblica, l'AATO 4 richiede un parere ai propri legali.
    Nei Comuni persiste una totale indifferenza sui Patti Parasociali scaduti.
    Anno 2010:
    Visto il parere espresso dai legali dell'Ente (Avv. Pasquini e Avv. Capecchi) assunto agli atti in data 28 maggio 2010, l'AATO n.4 delibera di "chiedere a Intesa Aretina di non procedere alla cessione della partecipazione azionaria di Iride Acqua Gas Spa a favore di ACEA Spa" oppure di stabilire che " ACEA Spa non potrà fornire prestazioni accessorie in sostituzione di IRIDE Acqua Gas Spa" . L'AATO 4 delibera inoltre che la quota parte di prestazioni accessorie (pagate 400 mila euro/anno) svolte da IRIDE, se ritenuta ancora utile, deve essere ricercata mediante affidamento al mercato, secondo le procedure di legge (con pubblica gara).
    Sempre nel 2010 l'AATO n.4 delibera di contestare anche l'esecuzione delle prestazioni accessorie ad opera di ACEA Spa per l'anno 2009 e il relativo pagamento.
    Nel mese di settembre Intesa Aretina comunica all'AATO n4 di aver presentato ricorso al TAR per l'annullamento delle deliberazioni dell'Ente.
    Ancora nel 2010 l'AATO n.4  avvia un procedimento ispettivo su Nuove Acque Spa in ordine alla cessione della partecipazione azionaria di Iride ad Acea.

    Come nel 2009 nessuno dei soggetti pubblici ( Comuni) s’interessa dei Patti Parasociali scaduti.(FONTE:InformArezzo.it)
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