La puntata precedente si chiude con l'Ing. Schiatti che
lascia la carica di Presidente. "Sbattendo la porta" egli dichiara:
"Dobbiamo avere il coraggio di dire che abbiamo sbagliato. Il servizio
idrico integrato non può essere privatizzato. Né in parte, perchè gli
amministratori pubblici non sono pronti a competere con i manager di
professione, né del tutto. L'esperienza ha dimostrato che il servizio idrico
integrato deve restare pubblico. Onore a chi lo aveva capito prima."
Anno 2004:
Nel 2004 l'AATO n.3
(che comprende Firenze, Prato, Pistoia e il medio Valdarno) decide di
costituire anch'essa una società mista pubblico-privato ed espletare una gara
per la selezione del socio privato di minoranza, cui assegnare il 40% di azioni
della costituenda Publiacqua Spa.
La scelta ricade sull'A.T.I. costituita tra SUEZ ed ACEA
che, diversamente dalla gara aretina del 1998, si alleano e prevalgono
facilmente sul resto dei concorrenti.
Ad Arezzo la tariffa media del servizio idrico integrato
aumenta a 1,56 euro/mc.
Anno 2005:
I soci privati di Nuove Acque dirigono il gioco e,
attraverso il project financing, ottengono anche il controllo formale dela
Società. Vengono decisi una serie di progetti di investimento e per realizzarli
servono tanti soldi, quelli che ( secondo le
ottimistiche aspettative di coloro che avevano sostenuto la convenienza
dell'operazione Nuove Acque) dovevano "portare" i soci privati , 70 milioni di euro. Non tutti i Comuni
sottoscrivono il progetto. Quelli che lo fanno sono costretti a chiedere un
finanziamento. E sono proprio Banca Popolare dell'Etruria e Monte dei Paschi di
Siena, le due banche italiane socie della Suez, ad erogarlo. Applicano un tasso
di interesse variabile che, con il costo del “derivato” ad esso collegato, supera il 6% annuo, cioè di tre punti
superiore a quello praticato agli Enti locali dalla Cassa Depositi e Prestiti.
Come garanzia le banche chiedono
che i Comuni diano in pegno le loro
azioni di Nuove Acque. Tutti I sette comuni della Valtiberina (Sansepolcro,
Anghiari, Badia Tedalda, Sestino, Monterchi, Caprese Michelangelo e Pieve Santo Stefano) si
rifiutano di dare in pegno le proprie azioni . Si rifiutano di farlo anche Arezzo, Foiano, Poppi, Montemignaio, e
Castiglion Fibocchi. Complessivamente I comuni che cedono in pegno alle banche
le proprie azioni rappresentano poco più
di metà del capitale di parte pubblica , ma ciò è largamente sufficiente a
conseguire il pieno controllo della società da parte dei privati che già
detengono il 46% di azioni. E il gioco
è fatto. La Società è ormai totalmente controllata dai privati.
Con M.P.S. e B.P.E.L.
viene stipulato il contratto di Project financing per un finanziamento di 69,82
milioni di euro che verranno erogati in 7 anni e rimborsati nei successivi 10
(dal 2012 al 2021). Nuove Acque fa
sapere che “l’unica garanzia richiesta dalle banche -per concedere il
finanziamento- è rappresentata dalla qualità del progetto stesso”. Ma le
cose non stanno proprio così, le banche
si sono assicurate ben più consistenti garanzie rispetto alla mitica e
propagandata “qualità del progetto”:
1) A garanzia del rimborso di tutti i finanziamenti la
maggioranza dei i soci proprietari di Nuove Acque costituisce irrevocabilmente
il pegno a favore delle banche sulle
azioni detenute.
2) A garanzia del rimborso di tutti i finanziamenti, Nuove
Acque concede in privilegio speciale verso le banche tutti i seguenti beni,
presenti e futuri: impianti, opere, beni strumentali,materie prime, prodotti in
lavorazione, scorte, frutti, merci, prodotti finiti e ogni altro bene
eventualmente non ricompreso fra i precedenti.
3) A garanzia del rimborso di tutti i finanziamenti, Nuove
Acque effettua la cessione alle banche di tutti i crediti di qualsiasi natura
presente o future.
4) A garanzia del rimborso di tutti i finanziamenti, Nuove
Acque costituisce irrevocabilmente in pegno a favore delle banche tutti i conti
costituiti (conti correnti bancari, postali, etc.etc).
5) A garanzia del rimborso di tutti i finanziamenti, Nuove
Acque effettua la cessione alle banche di tutti i crediti IVA presenti e
futuri.
6) A garanzia del rimborso di tutti i finanziamenti, Nuove
Acque si impegna a costituire ipoteca di primo grado a favore delle banche su
tutti gli immobili di proprietà assoggettabili ad ipoteca.
Di fronte alla concessione di tali e tante garanzie si
evince facilmente che le banche si sono super garantite con pegni , privilegi ,
cessioni di crediti, ipoteche …… insomma con tutto quello che serve loro a
“dormire tra due guanciali”. Viceversa l’affermazione fatta circolare da Nuove
Acque secondo cui “l’unica garanzia richiesta dalle banche è rappresentata
dalla qualità del progetto stesso” va
purtroppo annoverata tra le tante panzane propalate ad arte per indorare la
pillola da far ingoiare agli ignari cittadini.
Anno 2007:
In materia di servizio idrico integrato il Consiglio
Comunale di Arezzo approva, il 4 maggio, un ”atto di indirizzo” che impegna il
Sindaco e la sua Giunta ad effettuare una verifica completa degli aspetti di
natura giuridica, contrattuale, economica e finanziaria inerenti l’ipotesi di
riscatto, così come di proposte atte a ridurre o comunque contenere le tariffe,
agevolando ed incentivando i bassi consumi e i consumi sociali dell’acqua e di
individuare percorsi che possano portare anche alla ripubblicizzazione della
gestione del servizio idrico integrato.
Il 25 maggio il Sindaco Fanfani incarica due Assessori,
Marconi e Banchetti, oltre al Consigliere Domini di dare esecuzione all’atto di
indirizzo servendosi di una Commissione allargata a esperti esterni di assoluta
autorevolezza e specchiata indipendenza, dell’ ufficio comunale delle società
partecipate e degli uffici dell’ATO 4 .
Sulla possibilità di arrivare alla ripubblicizzazione Domini però , all’insediamento della
Commissione da lui presieduta, dichiara: “ A mio parere non si tratta di una
possibilità a breve scadenza ma, rispettando la convenzione vigente, se ne
potrà parlare solo fra cinque anni (2012) essendo che allora sarà scaduto 1/3
dei 25 anni di durata dell’affidamento della gestione da parte della società
francese Suez”
Nel mese di settembre la Commissione conclude il proprio
compito sostenendo che per riscattare le azioni dei privati occorrono circa 23
milioni di euro. Non è dato sapere quali proposte siano state suggerite per
ridurre o comunque contenere le tariffe.
Nel 2007 l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato
(AGCOM/Antitrust) a chiusura di una laboriosa indagine delibera di sanzionare
con una multa di 11,3 milioni di euro SUEZ ed ACEA perchè nel 2004 le due
società avevano creato un'intesa restrittiva a discapito della concorrenza per
aggiudicarsi le quote di minoranza di Publiacqua Spa. In virtù di questa
infrazione devono pagare rispettivamente 8,3 milioni ACEA e 3 milioni
SUEZ. Ma le due società alleate
ricorrono al TAR della Toscana contro il provvedimento dell' Antitrust
ottenendone la sospensione.
Anno 2008:
Decidendo nel merito del ricorso il TAR annulla la sanzione comminata
dall'Antitrust a carico di SUEZ ed ACEA , ma l'Autorità per la Concorrenza non
demorde e presenta appello al Consiglio di Stato per ottenere la riforma della
decisione del TAR.
Anno 2009:
Dal 1° gennaio i Patti Parasociali stipulati nel 1999 tra
Comuni e soci privati sono da considerarsi scaduti, essendo scattato il limite
di validità quinquennale previsto dall’art. 2341-bis per effetto
dell’assoggettamento di tutti i Patti Parasociali stipulati prima del 2004 alle
disposizioni di cui all’art. 223 del Dlgs. N° 6/2003. Ma ciò non sembra destare
l’interesse dei Comuni che però avrebbero molto da guadagnare (nell’interesse
generale) da una nuova trattativa che consentirebbe di modificare le condizioni piuttosto svantaggiose
sottoscritte 10 anni prima.
Nel corso del 2009, all'insaputa dell'AATO 4 e dei soggetti
pubblici soci di Nuove Acque, IRIDE Spa
(che "per fusione" ha già incorporato AMGA) tratta e definisce la
cessione ad ACEA Spa delle proprie quote azionarie di Consorzio Intesa Aretina
(che detiene il 46% di Nuove Acque) . In tal modo anche ad Arezzo viene a costituirsi l'alleanza tra SUEZ ed
ACEA multate dall'Antitrust per l'
intesa restrittiva della concorrenza già messa in atto a Firenze.
Il 14 settembre 2009 l'AATO 4 (Autorità di Ambito
Territoriale) e i 37 Comuni soci di maggioranza di Nuove Acque, apprendono da
notizie di stampa che IRIDE Acqua Gas, società del gruppo Iride, ha ceduto ad
ACEA Spa l'intera quota di partecipazione in Intesa Aretina, pari al 35% del
capitale. Il corrispettivo di tale
cessione è di circa 13 milioni di euro e
genera una plusvalenza lorda di oltre 5 milioni sul bilancio di Iride.
In data 6 novembre 2009
Nuove Acque Spa, interpellata dall' AATO 4, comunica all'Autorità d'Ambito che non è in
grado di trasmettere la documentazione relativa alla cessione di azioni da
IRIDE ad ACEA in quanto si tratta di un atto concluso direttamente dagli
azionisti del Consorzio Intesa Aretina (proprietaria del 46% di Nuove Acque)
senza che sia stata coinvolta la Società.
Sugli aspetti giuridici posti dal subentro nella gestione
del servizio di un soggetto diverso da quello originariamente individuato con
gara ad evidenza pubblica, per di più avvenuto senza il consenso della parte
pubblica, l'AATO 4 richiede un parere ai propri legali.
Nei Comuni persiste una totale indifferenza sui Patti
Parasociali scaduti.
Anno 2010:
Visto il parere espresso dai legali dell'Ente (Avv. Pasquini
e Avv. Capecchi) assunto agli atti in data 28 maggio 2010, l'AATO n.4 delibera
di "chiedere a Intesa Aretina di non procedere alla cessione della
partecipazione azionaria di Iride Acqua Gas Spa a favore di ACEA Spa"
oppure di stabilire che " ACEA Spa non potrà fornire prestazioni
accessorie in sostituzione di IRIDE Acqua Gas Spa" . L'AATO 4 delibera
inoltre che la quota parte di prestazioni accessorie (pagate 400 mila
euro/anno) svolte da IRIDE, se ritenuta ancora utile, deve essere ricercata
mediante affidamento al mercato, secondo le procedure di legge (con pubblica
gara).
Sempre nel 2010 l'AATO n.4 delibera di contestare anche
l'esecuzione delle prestazioni accessorie ad opera di ACEA Spa per l'anno 2009
e il relativo pagamento.
Nel mese di settembre Intesa Aretina comunica all'AATO n4 di
aver presentato ricorso al TAR per l'annullamento delle deliberazioni
dell'Ente.
Ancora nel 2010 l'AATO n.4
avvia un procedimento ispettivo su Nuove Acque Spa in ordine alla
cessione della partecipazione azionaria di Iride ad Acea.
Come nel 2009 nessuno dei soggetti pubblici ( Comuni)
s’interessa dei Patti Parasociali scaduti.(FONTE:InformArezzo.it)
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