Assemblea pubblica
molto partecipata giovedì scorso
Anche Sestino teme l'Unione dei Comuni Montani. Il problema è stato al
centro di una pubblica assemblea, svoltasi giovedì, 11 dicembre, presso la
biblioteca comunale, convocata dalla amministrazione comunale, con la
partecipazione della minoranza consigliare. Molte le perplessità e non sempre
appropriata la comunicazione in questo non breve periodo di transizione - su
quanto comporta nei fatti il passaggio dalla Comunità Montana alla Unione dei
Comuni Montani. "La Comunità montana- ha introdotto il sindaco Marco
Renzi- è stata disciolta nel 2011 e successivamente nel 2012 è stato approvato
lo Statuto della Unione dei Comuni Montani. Per legge sono obbligati a unirsi -
quasi un Comune unico – Badia Tedalda, Caprese Michelengelo, Monterchi e
Sestino. Ma hanno aderito, pur senza averne obbligo, anche Sansepolcro e
Anghiari, mentre è restato fuori Pieve Santo Stefano. Dal 2012 doveva essere
approntato un piano gestionale e mettere a punto, quindi, un percorso
unificante in tutti i suoi aspetti. Ma ciò non è stato fatto dalle
amministrazioni in carica e le amministrazioni "nuove", come quella
di Sestino, entrate in carica a metà 2014, si trovano sulla strada questo
enorme macigno". Nella realtà alcune funzioni sono già associate dal 2011
e in quel periodo Sestino perse una unità operativa, cioè il personale della
polizia municipale. Il capogruppo di minoranza, Franco Dori, faceva
presente la netta contrarietà all'Unione, con la perdita dell'autonomia
finanziaria, della organizzazione e gestione dei servizi, degli interventi nel
settore della pianificazione urbanistica e ribadiva, come minoranza consiliare,
un incontro, per il giorno successivo, con il Prefetto di Arezzo, per
scongiurare l'entrata in vigore dell'Unione dei Comuni Montani
Valtiberina. Il dibattito nella assemblea è stato piuttosto acceso,
facendo emergere, sostanzialmente, tre aspetti: Sestino ha poco da spartire con
Sansepolcro o Anghiari; la perdita della autonomia significa perdita di servizi
"in loco" , come dimostrano tutte le riforme mirate al risparmio;
abbiamo un bacino confinante- quello delle Marche e della Valmarecchia
romagnola – verso i quali dovremmo guardare per risolvere i problemi imposti
dalla legge. Il sindaco faceva presente che fin dall'inizio aveva chiesto
o la sospensione obbligatoria dell'Unione dei Comuni o una procrastinazione
delle scadenze per meglio affrontare il complesso delle materie. Ma le scadenze
di legge sono ormai al 31 dicembre 2014. Annunciava, anche, che nel dibattito
in corso alla Camera dei Deputati sulla "finanziaria", erano stati
presentati emendamenti per rendere non obbligatoria l'Unione o per prolungare
l'entrata in vigore della stessa, viste le perplessità riscontrate in molti
ambienti, e che in proposito Sestino, con una lettera al Ministero, aveva espresso
la sua posizione. Né è possibile, per mancanza di numero una unione con la sola
Badia Tedalda. "Nell'Unione dei Comuni sia Sestino, sia Caprese
Michelangelo- informava ancora il sindaco Renzi – hanno manifestato
tempestivamente la loro contrarietà ad una soluzione siffatta. C'è da
augurarsi, quindi, che, in sostanza, ci sia una modifica alla legge fondativa
dell'Unione dei Comuni". Può essere interessante osservare, comunque,
che le maggioranze politiche che hanno avviato e poi gestito l'Unione dei
Comuni, oggi, in più casi diventati minoranze, sono contrarie agli atti che
comunque avevano approvato, con un significativo "peso" politico.
(Giancarlo Renzi)
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