Alberto Santucci ricorda di conoscere
bene il frate sul quale sono puntate le attenzioni, sottolinea il rapporto di
collaborazione con il Comune ma poi non va oltre un "no comment!"
"E' chiaro che una notizia confezionata in questo modo – e per il
messaggio immediato che esercita sul lettore - non possa lasciare indifferenti;
c'è di mezzo la scomparsa di una donna e il fatto che a essere indagato sia un
religioso desta indubbiamente stupore. Ma mi fermo qui: non conoscendo altro,
mi limito a un "no comment" e non vado oltre!". Sono le parole
di Alberto Santucci, sindaco di Badia Tedalda, interpellato di nuovo sugli
ultimi freschi sviluppi della vicenda di Guerrina Piscaglia, la 50enne
residente a Ca' Raffaello (isola amministrativa del Comune valtiberino) della
quale non si hanno più notizie dallo scorso 1° maggio. "Sia ben chiara una
cosa, però – aggiunge il primo cittadino badiale – una iscrizione nel registro
degli indagati non significa assolutamente un rinvio a giudizio ne' tantomeno
una condanna, anche se ovviamente un motivo ben preciso a supporto di questo
provvedimento dovrà pur esservi; se non altro, per l'esigenza di fare chiarezza
totale sulla delicata questione. Spetterà al pubblico ministero e agli
inquirenti il compito di lavorare in fondo per scoprire la verità e a quel
punto ci atterremo a quanto emergerà a livello oggettivo; per ora non posso
aggiungere altro". Ma lei, sindaco, conosce il frate sul quale sono
puntate le attenzioni? "Certamente! È arrivato a Ca' Raffaello un paio di
anni fa e conosco anche l'altro; per ciò che mi riguarda nella veste di
pubblico amministratore, posso dire che i rapporti con questi religiosi sono
finora ottimi, improntati sulla disponibilità e sulla collaborazione. La
speranza mia e di tutti è che quello di Guerrina Piscaglia sia un
allontanamento volontario e che presto il tutto si risolva nel migliore dei
modi, spazzando via tutte le nubi che al momento si stanno addensando sul suo
caso".
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