Il 4 aprile si terrà l'incontro pubblico aperto a tutti, in
cui ogni partecipante potrà esprimere la propria opinione.
VALMARECCHIA - Superare l’Unione dei Comuni e imboccare la
strada della fusione. “La nostra proposta vuole essere un modo per smuovere
l’immobilismo e la mancanza di progettualità”, spiegano Vincenzo Sebastiani,
Roberto Monacchi e Ortensio Cangini, tra i “fondatori” del costituente comitato
per la fusione dei Comuni dell’alta Valmarecchia. “Assieme ad altri amici e
conoscenti”, spiega l’ex preside e assessore comunale Monacchi, “ci siamo
trovati attorno a un tavolo e, quasi per caso, abbiamo condiviso la necessità
impellente che le nostre amministrazioni comunali escano da questa situazione
di difficoltà ormai comune a tutti. Mancanza di risorse, di progetti, di
trasferimenti... tutte cose che i sindaci ormai dicono all’unisono. A questo si
aggiunga la trasformazione amministrativa che incombe, dell’Unione dei Comuni e
della scomparsa - pare inevitabile ormai - della Provincia di Rimini. C’è una via percorribile per dare più risorse ai sindaci e
più “peso” ai Comuni nel confronto che si dovrà creare con la Regione? Questa
la domanda che ci siamo posti e questa la risposta che ci siamo dati: la
fusione dei Comuni”. “Al di là dei campanilismi”, prosegue Monacchi, “l’alta
Valmarecchia già si muove coesa in molti casi, per questo vogliamo capire se
questa sensibilità è solo una nostra impressione o è condivisa da molti. Per
questo il 4 aprile”, annuncia, “ci ritroveremo tutti a Palazzo Cappelli, a
Secchiano (ore 21), per discuterne assieme”. “Abbiamo invitato e inviteremo
rappresentanti e cittadini di tutti e sette i Comuni”, spiega l’ex sindaco
Sebastiani, “senza distinzione, anzi, siamo e vogliamo rimanere trasversali
come già è successo con il comitato per il referendum. E siamo consapevoli,
come allora fecero i primi promotori, che sia fondamentale che a muoversi siano
i cittadini, anche perché l’anno prossimo si voterà in cinque dei sette Comuni
ed è complicato per molti sindaci o candidati a diventarlo, prendere posizione
oggi su questo tema. Noi vogliamo stimolare questo dibattito anche per questo,
essendo più liberi, in questo senso, di molti amministratori. Anche dai
partiti, e lo dico per primo, anche per evitare errori come ha fatto il Pd nel
proporre l’Unione a 11 o 12 al tempo”. Serve maggiore condivisione e una spinta più certa da parte
dei cittadini, insomma: “Deve venire dalla gente e vogliamo capire anche quali
realtà, oggi, sono disponibili a questo ragionamento”, spiega Cangini
ricordando la sua esperienza all’interno del Comitato per Una valmarecchia in
Emilia Romagna, “perché come per il passaggio di Regione, c’erano sensibilità
diverse, ad esempio Sant’Agata Feltria avrebbe preferito la sponda forlivese”.
Anche per questo non si partirà con l’idea di una fusione a sette per forza:
“L’ipotesi iniziale è ovviamente quella di un unico nuovo Comune”, spiega
Monacchi, “ma potremmo anche partire da un primo nucleo di tre Comuni, che
abbiamo ipotizzato in Novafeltria, Talamello e Maiolo. Si tratterà anche di
capire quale percorso attuale, in base alle normative vigenti: se i tre
Consigli comunali, che spingeremo in tal senso, delibereranno l’inizio
dell’iter come hanno fatto in questi giorni Torriana e Poggio Berni, andremo
avanti così, altrimenti attiveremo l’iniziativa popolare, raccogliendo le 5000
firme necessarie sui sette Comuni e non solo sui tre. In ogni caso, una volta
verificato cosa ne pensano i cittadini, siamo pronti a seguire entrambi i
percorsi e invitiamo tutti coloro che ne abbiano interesse a contattarci e
partecipare il 4 aprile all’incontro”. (RomagnaNoi.it)
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