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    domenica 27 gennaio 2013

    L'invaso di Montedoglio "sale" ancora: le piogge dello scorso fine settimana hanno portato altri 20 milioni di metri cubi di acqua


    Soltanto 4 milioni sono stati rilasciati e 16 trattenuti. "Fondamentale il lavoro di laminazione delle acque svolto dalla diga", ha rimarcato il vicesindaco di Pieve Santo Stefano, Claudio Marcelli

    A seguito delle abbondanti precipitazioni, sia quelle piovose che quelle nevose, il livello dell'invaso di Montedoglio negli ultimi giorni è aumentato notevolmente. Per l'occasione, abbiamo interpellato il vicesindaco di Pieve Santo Stefano, Claudio Marcelli, che ci ha fornito una serie di numeri davvero interessanti: "Per oltre l'80 per cento della sua superficie, la diga di Montedoglio è posta nel territorio comunale di Pieve Santo Stefano – spiega Marcelli – e durante lo scorso fine settimana ancora una volta l'invaso si è dimostrato fondamentale per tutta la Valtiberina. Se questa infrastruttura non era presente, l'intera vallata ancora una volta sarebbe andata completamente sott'acqua. Nel periodo compreso tra l'1:00 di domenica scorsa e le 15:00 di lunedì, nel bacino artificiale di Montedoglio sono entrati circa 20 milioni di metri cubi di acqua; tale acqua, oltre che dall'abbondante precipitazione che era in atto, derivava dallo scioglimento della neve presente a quote più elevate. Fortunatamente però – continua l'amministratore di Pieve – l'ente gestore del bacino nei giorni precedenti aveva previsto le piogge e lo stesso livello di acqua era stato notevolmente abbassato a circa 383 metri sul livello del mare. Questa operazione, si può dire che si è poi rivelata fondamentale: ciò, ha permesso di trattenere circa 16 milioni di metri cubi di acqua e di rilasciarne solamente quattro. Era ben visibile che la portata del fiume Tevere sotto il ponte ubicato nei pressi dello svincolo di Sansepolcro della superstrada E45 era piuttosto sostenuta poiché, dalla diga uscivano circa 80 metri cubi di acqua al secondo, dato che il livello di guardia si stava avvicinando sempre di più. Lascio solo immaginare alla popolazione di fondo valle cosa sarebbe accaduto se la diga di Montedoglio non era presente a svolgere il suo lavoro di laminazione delle acque – sono sempre parole di Marcelli – la valle, sia la parte Toscana che quella umbra, sarebbe stata sommersa dall'acqua creando notevoli disagi. E' chiaro che il bacino va messo in sicurezza dall'incidente del 29 dicembre 2010 in breve tempo, anche perché l'inverno non è ancora terminato e ulteriori piogge sono state previste nell'arco di breve tempo. Vorrei anche sottolineare il lavoro svolto dall'ente gestore dell'invaso, relativamente al costante controllo e monitoraggio del livello dell'acqua. Infine, va ricordato anche che sono 30 anni circa che la diga di Montedoglio riesce a salvare dalle inondazioni Sansepolcro e l'intera Valtiberina ma – conclude il vicesindaco Claudio Marcelli – sempre ben poco è stato fatto per tenerla pulita". A distanza di pochi giorni, la portata di acqua del Tevere a valle dell'invaso è decisamente diminuita, ora tutto è tornato nella normalità: Montedoglio è riuscito a riacquistare acqua e il Tevere scorre regolarmente.Nella foto: l'invaso di Montedoglio come si presenta di nuovo oggi. (Saturno Notizie).

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