Canile di Badia Tedalda: la Cassazione dichiara legittimo il controllo fatto dal Wwf nel 2010 e respinge il ricorso del Comune
L'ente condannato ora al pagamento delle spese.
È dello scorso 28
settembre la sentenza con la quale la Suprema Corte di Cassazione ha respinto,
dichiarandolo inammissibile e infondato, il ricorso presentato dal Sindaco di
Badia Tedalda e dal Dirigente del Canile Comprensoriale della Valtiberina contro
il provvedimento di archiviazione del procedimento penale aperto dalla Procura
della Repubblica di Arezzo nel 2009 nei confronti di 7 guardie
ambientali-zoofile del nucleo vigilanza WWF Arezzo, indagate per il reato di
usurpazione di titolo. L'accusa, per i volontari del WWF era, infatti, quella
di aver abusato di funzioni a loro non riconosciute nell'effettuare un
controllo presso la struttura canile comprensoriale di Badia Tedalda. Il
procedimento, era nato a seguito del controllo posto in essere dalle guardie
WWF del nucleo aretino nel marzo 2009, quando si erano presentate presso la
struttura per verificare la consistenza di alcune segnalazioni di
maltrattamento nei confronti dei cani detenuti nella stessa. L'attuale Sindaco
di Badia Tedalda aveva accusato le nostre guardie di "non avere
titolo" a poter eseguire un accertamento del genere, e quindi con una
segnalazione alla procura della repubblica erano partite le indagini con
l'iscrizione nel registro degli indagati di tutti e sette gli agenti intervenuti
e di una guardia zoofila Enpa che le aveva affiancate. A conclusione delle
indagini, lo stesso Pubblico Ministero titolare, il sostituto procuratore della
repubblica dott. Roberto Rossi, ritenendo assolutamente corretto l'operato
delle guardie zoofile WWF, eseguito nel rispetto delle normative in
vigore, chiese l'archiviazione del procedimento non sussistendo gli
estremi del reato in quanto in virtù della L. 189/2004 alle guardie zoofile
sono consentite tutte le attività di controllo legate agli animali da
affezione. Il provvedimento fu accolto sul finire del 2011 dal G.I.P. di Arezzo
che ne dispose l'archiviazione, facendo sue le motivazioni del P.M. e
sottolineando come le guardie WWF avessero agito nel pieno rispetto delle
regole. "Il nostro operato è sempre stato rispettoso delle istituzioni
tutte - dichiara Simona Perugini Presidente WWF Arezzo - tanto che in
quel frangente prima di intervenire, anche se non dovuto, avvertimmo i
carabinieri del comando locale e facemmo avvisare il dirigente del canile che
assistette a tutto il sopralluogo. Tra l'altro - continua il Presidente WWF -
proprio perché non avevamo noi le competenze tecniche per valutare lo stato
degli animali, facemmo intervenire un veterinario in nostro ausilio, il quale
accertò che gli stessi erano tenuti in modo decoroso e rispettoso delle
normative". Il sopralluogo si concluse, per quanto riguarda gli animali,
senza nessuna contestazione. Furono invece contestate infrazioni alla normativa
sullo smaltimento delle carcasse animali, in quanto mancava la documentazione
relativa allo smaltimento di alcuni animali deceduti, documentazione che il
funzionario dirigente del canile si rifiutò di mostrare alle nostre guardie, ma
che fu poi esibita in fase di ricorso alla sanzione amministrativa comminata al
momento dai nostri agenti e che portò la provincia a concludere con l'
archiviazione delle sanzioni. Comportamento quello di rifiutare i
documenti alle nostre guardie, che innescò tutto l'iter amministrativo, con
perdita di tempo e risorse umane ed economiche anche da parte della Provincia,
ente competente in materia, che poteva essere evitato semplicemente se il
funzionario avesse mostrato i documenti. Tra le tante accuse riversate addosso
alle nostre guardie anche quella di aver addirittura sottratto documenti senza
il permesso del funzionario addetto, mentre invece furono regolarmente
acquisiti in copia rilasciando apposito verbale allo stesso che lo
sottoscrisse. "C'è sempre stato forte pregiudizio nei nostri confronti -
continua Perugini - e l'accanimento mostrato in questa vicenda lo dimostra
ampiamente". Forse che al WWF non si perdonasse l'atteggiamento critico
nei confronti dei metodi di gestione della struttura condividendo le posizioni
di altre associazioni animaliste locali e alla prima occasione si sia cercato
una sorta di vendetta. Ma seppur critico negli aspetti "politici" di
questa annosa vicenda, il WWF, con le proprie guardie, ha sempre agito nel
pieno rispetto della legge e forse Sindaco e dirigente del canile sono stati
malconsigliati non solo nel denunciare le nostre guardie, ma anche a chiederne
con un malcelato accanimento una condanna che, nemmeno il P.M. prima e il
G.I.P. successivamente hanno ritenuto di dover formulare, giungendo fino al
ricorso in Cassazione. Purtroppo per loro, la Suprema Corte ha sancito
definitivamente che l'operato delle guardie WWF è stato corretto, esemplare e
soprattutto legittimo. "Accogliamo con estrema soddisfazione il
pronunciamento della Suprema Corte che mette fine ad una vicenda che si protraeva
da oltre due anni, anche se nell'attesa della sentenza, abbiamo sempre
mantenuto una grande serenità dovuta alla assoluta fiducia nella magistratura
aretina prima e nei giudici della Suprema Corte poi - dichiara ancora
Simona Perugini - in quanto sapevamo di aver operato nel pieno rispetto delle
normative ". Di sicuro questo inutile accanimento nei nostri confronti
peserà sulle casse della comunità badiale, visto che il Comune è stato
condannato anche al pagamento delle spese di ricorso in Cassazione oltre alle
spese dovute ai legali che hanno seguito la vicenda. Spese che forse, potevano
essere impiegate in opere sicuramente più utili per i cittadini di Badia.Associazione WWF Arezzo onlus
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