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    giovedì 25 giugno 2015

    Valmarecchia, l'altra Romagna

    La vallata che da Rimini si arrampica verso la Toscana e le Marche è un magico mix di paesaggio e di imponenti roccaforti. Scopriamola
    C'è una Romagna magica nell'entroterra che da Rimini si arrampica verso la Toscana e le Marche. E' la Valmarecchia, una valle che ti incanta con il suo meraviglioso paesaggio naturale, che ti fa respirare la storia attraverso le decine di roccaforti dei Malatesta che dall'alto di imponenti speroni rocciosi dal medioevo a oggi continuano come sentinelle instancabili a sorvegliare il corso dell'omonimo fiume, che ti  conquista con le sue leggende, con le poesie dialettali di Raffaello Baldini e le opere visionarie di Tonino Guerra, con l'arte e i suoi tanti musei, soprattutto con la buona cucina e l'ospitalità tipica dei romagnoli.


    La Valmarecchia riesce a sorprenderti a ogni angolo con le sue infinite storie. E' il regno di maestosi manieri come l'inespugnabile forte di San Leo dove lo sguardo spazia dal Montefeltro fino al mare, che ospitò Dante, San Francesco e imprigionò a vita il conte Cagliostro. E' lo scenario affascinante di favole truci come quella di Azzurrina, tenuta rinchiusa dal padre feudatario Uguccione perché albina e in quanto tale ritenuta diabolica dalla credenza popolare, a cui la madre tingeva inutilmente i capelli di nero che subito diventavano azzurri come i suoi occhi, scomparsa ancora bambina mentre giocava nel castello nel giorno del solstizio d'estate del 1375 e il cui fantasma, da allora, pare si aggiri ancora per le stanze della Rocca di Montebello e torni a farsi sentire puntualmente ogni 5 anni.  E' il luogo dell'anima raccontato e vissuto nella sua bellissima Pennabilli da Tonino Guerra, sceneggiatore dei film di Fellini e Antonioni, e il set ideale per diversi altri film: l'ultimo è stato "Asini" di Antonello Grimaldi, con Claudio Bisio, Fabio De Luigi e Giovanna Mezzogiorno, girato nel 1999 nel più suggestivo dei borghi medioevali della valle: Petrella Guidi, un paese-museo dove il tempo pare essersi fermato, rimasto a lungo disabitato, poi recuperato e dove ora tra le sue antiche pietre sorge un particolare resort di lusso del vivere slow.


    Santarcangelo, la città dalla doppia anima nobile e popolare

    Il nostro viaggio parte da Santarcangelo, città romantica e artistica con bellissimo borgo e rocca malatestiana, posta sulla via Emilia, sorta su quello che i romani chiamavano "Mons Jovis", il colle  Giove da cui ebbe origine il vino Sangiovese, bagnata dai fiumi Uso e Marecchia, nota per aver dato i natali a Papa Clemente XIV e per la sua doppia anima, popolare e nobile: è capitale della poesia dialettale romagnola con il poeta e scrittore Raffaello Baldini (le cui opere sono state messe in scena magistralmente dall'attore Ivano Marescotti), e famosa per l'antica "fiera dei becchi" (Fiera di San Martino, l'11 novembre), ma attrae anche i palati artistici più raffinati con il suo "Festival Internazionale del Teatro in Piazza" e con opere d'arte come le pale del Cagnacci che si trovano nella Collegiata. Da non mancare una escursione alle misteriose e affascinanti grotte scavate nel tufo sotto il colle Giove (sono oltre 200, una città nella città),  la visita al particolarissimo (e unico in Italia) Museo del bottone e una tappa  all'Osteria La Sangiovesa nei sotterranei del Settecentesco Palazzo Nediani, tempio del buon vino e della buona cucina romagnola. Ogni prima domenica del mese (escluso agosto) mercatino dell'antiquariato nel centro storico.



    Verucchio, la culla dei Malatesta. Risalendo la valle si giunge a Verucchio, da dove i Malatesta partirono alla conquista della Romagna e delle Marche, con la sua bellissima Rocca. Da visitare il Museo Civico Archeologico, nell'antico Monastero dei Padri Agostiniani, che conserva le testimonianze della civiltà villanoviana qui insediata nell'Età del Ferro.




    Torriana, Montebello e il castello di Azzurrina. Risalendo ancora la Valmarecchia si giunge a Torriana e Montebello, due borghi medievali con belle rocche malatestiane. Quella di Montebello è nota per la leggenda di Azzurrina, quella di Torriana per la vista che si gode da lassù. Da vedere, il Santuario della Madonna di Saiano che sorge all'interno dell'Oasi naturalistica di protezione della fauna, sede anche dell'Osservatorio Naturalistico Valmarecchia. I due borghi sono famosi anche per la qualità dei loro ristoranti e delle loro trattorie. Noi vi consigliamo di fare tappa al Ristorante Pacini di Montebello dove si possono gustare gli gnocchetti fatti col formaggio di fossa e degli ottimi arrosti.



    Pennabilli e i luoghi dell'anima di Tonino Guerra. Più su, sulle pendici occidentali del Monte Carpegna, si trova Pennabilli, capitale religiosa del Montefeltro,  incantevole cittadina montana che Tonino Guerra, cultore della bellezza e del buon vivere, aveva scelto come dimora e come centro di ispirazione per la sua attività di poeta, scrittore e sceneggiatore. La  presenza della diocesi ha lasciato in eredità numerosi monumenti come la Cattedrale, il Santuario di Sant'Agostino, la Madonna delle Grazie, il Convento delle Agostiniane, la Chiesa e l'Ospedale della Misericordia. I vent'anni vissuti qui da Tonino Guerra hanno fatto di Pennabilli la città della creatività e della fantasia poetica, lasciando realizzazioni, allestimenti, iniziative, opere. Sono i "Luoghi dell'Anima", un museo diffuso cresciuto a partire dal 1989 con dentro "Il mondo di Tonino Guerra", il titolo che il poeta scelse per definire la sua opera artistica.  Come l'Orto dei Frutti Dimenticati, dove si possono trovare il biricoccolo, la corniola, il giuggiolo, la ciliegia cuccarina, la "Porta delle Lumache" e il "Bosco Incantato" formato da steli in pietra e ornato da una lumaca in bronzo che è un invito alla lentezza. O come la "Fontana Foglia"  da dove l'acqua zampilla come fosse linfa, le "Parole dei Mesi", il "Gelso della Pace" e il "Santuario dei pensieri", il giardino della meditazione laica voluto dall'artista. Per non parlare delle "Meridiane Magiche", che dal 1991 si sono moltiplicate sui muri e nelle vie del borgo, ciascuna corredata da un cartello che ne spiega il funzionamento. Una è un omaggio a Federico Fellini e Giulietta Masina, con l'ombra dei due colombi che si incontra e si trasforma nel viso del regista e dell'attrice e sua compagna di vita. Per chi va questo fine settimana a Pennabilli, dal 29 maggio al 2 giugno, ci saranno anche i Buskers con il Festival internazionale dell'Arte di Strada.



    Petrella Guidi, dove il tempo si è fermato. Quasi di fronte a Pennabilli sorge il piccolo borgo medievale di Petrella Guidi, una rocca antichissima e un pugno di abitazioni, per una ventina scarsa di residenti. E' la rappresentazione plastica di come dovevano essere i castelli minori nel Duecento: una torre residenziale a pianta quadrilatera, un modesto recinto in muratura, due ali residenziali che ospitavano la scuderia, l'alloggio dei famigliari e le scorte (di legna, viveri ed altri materiali). Il piccolo borgo, ancora racchiuso dalla sua cinta muraria, miracolosamente giunto a noi quasi intatto, è caratterizzato da case altissime in pietra bianca antica, unite fra loro in una serie irregolare. Le circondano vicoli stretti in ciottolato con accanto caratteristici forni. Un arco in pietra bianca rappresenta la porta d'ingresso al paese, su cui sono murati alcuni gloriosi stemmi: Malatesta , Faggiola e Santa Sede. Dall'alto delle mura della Torre è possibile ammirare un paesaggio di rara bellezza. Per anni Petrella Guidi è stato abbandonato ed era un museo all'aperto. Poi è cominciato il recupero delle abitazioni e in alcune delle sue antiche dimore è sorto il Petrella Guidi Historical Hideaway, un posto fuori del mondo: silenzio, natura, pace assoluta e ...prezzi da resort di lusso (la struttura composta da 3 abitazioni e con 8 posti complessivi si affitta in blocco a 1.600 euro al giorno, in alta stagione).



    San Leo. La maestosa rocca di San Leo è un'icona fotografica del Belpaese.  Castello e antico borgo sono stati costruiti un enorme masso roccioso tutt'intorno invalicabile; vi si accede per un'unica strada tagliata nella roccia. Sulla punta più alta dello sperone c'è il Forte, inespugnabile. Dalla sommità delle sue mura si gode un panorama  unico, meraviglioso, che non a caso ispirò alcune delle opere più belle di Piero della Francesca.  Il centro storico è un patrimonio architettonico conservato benissimo. Meritano la visita, oltre al Castello, la Pieve preromanica, il Duomo romanico lombardo del Xll secolo e Palazzo Nardini, più noto come l'Oratorio di San Francesco. Il poverello d'Assisi, secondo la leggenda, in quel luogo incontrò il suo benefattore, il Conte Orlando Dè Cattani, che gli offrì tutti i suoi possedimenti. Per chi visita San Leo questo fine settimana, dal 29 al 31 maggio, nel vicino borgo di Pietracuta c'è la  tradizionale Sagra delle Ciliegie, in dialetto, "la Festa dal Zarisi".



    Casteldelci, il luogo delle escursioni e della cucina a base di funghi e cacciagione. Casteldelci, ultimo lembo della provincia di Rimini all'incrocio tra Emilia-Romagna, Marche e Toscana, è nota per il suo Ponte Vecchio, di origine medievale, per le sue torri di guardia alla valle e per la Casa-Museo che raccoglie reperti dalla preistoria all'età romana e alto-medievale. Ma è, soprattutto, meta degli amanti delle escursioni nei bei sentieri percorribili a piedi e a cavallo in un ambiente naturale integro dove  vengono prodotti ottimi formaggi e salumi che potrete degustare in trattorie tipiche come il Ristorante Gattara (menù da 20 euro con  crostini misti, frittatina ai frutti verdi di stagione, cipolla pastellata, tagliatelle al sugo di strigoli, grigliata con salsiccia matta, contorni, crostata e ciambella, vini della casa, acqua, caffè e digestivo) o nelle aziende agrituristiche del luogo.



    Maiolo, il paese del pane e della Rocca di Maioletto. Maiolo è noto soprattutto per il suo caratteristico pane, prodotto con farine locali e con metodi tradizionali celebrato a fine giugno con la Festa del Pane durante la quale vengono accesi i forni del borgo ed offerti i prodotti agli avventori. Dalla storica Rocca di Maioletto e da altri caratteristici belvedere si può spaziare con lo sguardo dal Monte Fumaiolo all'Alpe della Luna, dal Monte Carpegna ai torrioni di San Leo ed alle torri di San Marino fino a Rimini e alla riviera adriatica. Anche qui la buona cucina non manca. Come all'Agriturismo La Casa Vecchia dove I proprietari coltivano e cucinano solo quello che producono.



    Novafeltria e il suo museo storico minerario. Novafeltria è il centro economico dell'Alta Val Marecchia. Nella frazione di Perticara, antico centro minerario, c'è Sulphur, un interessante museo minerario che testimonia secoli di dura vita lavorativa in quella che era la miniera di zolfo più grande d'Europa. All'Agriturismo Ca' Drolo, oltre alla buona cucina c'è un maneggio che offre la possibilità di lunghe cavalcate nell'entroterra del Montefeltro.



    Sant'Agata Feltria, la capitale del tartufo. Sant'Agata Feltria è uno dei borghi medievali più caratteristici del Montefeltro. Le vicende storiche hanno coinvolto il paese e le signorie succedutesi nel tempo hanno lasciato un ricco patrimonio artistico e culturale nel quale spiccano la Rocca Fregoso (diventata dallo scorso anno "La Rocca delle Fiabe", museo permanente per i bambini), il Teatro Mariani e il Convento di San Girolamo. Ma il paese è noto soprattutto per la celeberrima Fiera nazionale del tartufo, che si tiene ogni anno nel mese di Ottobre.



    Talamello e il suo crocifisso giottesco. Infine Talamello, famoso per il Crocifisso del Trecento di scuola giottesca, attribuito all'allievo Giovanni da Rimini, e capitale del formaggio di fossa, chiamato Ambra di Talamello. 
    (Fonte:LaRepubblica.it)
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