La vallata che da Rimini si
arrampica verso la Toscana e le Marche è un magico mix di paesaggio e di
imponenti roccaforti. Scopriamola
C'è una Romagna magica nell'entroterra che da Rimini si arrampica verso
la Toscana e le Marche. E' la Valmarecchia, una valle che ti incanta con
il suo meraviglioso paesaggio naturale, che ti fa respirare la storia
attraverso le decine di roccaforti dei Malatesta che dall'alto di imponenti
speroni rocciosi dal medioevo a oggi continuano come sentinelle instancabili a
sorvegliare il corso dell'omonimo fiume, che ti conquista con le sue
leggende, con le poesie dialettali di Raffaello Baldini e le opere visionarie
di Tonino Guerra, con l'arte e i suoi tanti musei,
soprattutto con la buona cucina e l'ospitalità tipica dei romagnoli.
La Valmarecchia riesce a sorprenderti a ogni angolo con le
sue infinite storie. E' il regno di maestosi manieri come l'inespugnabile forte
di San Leo dove lo sguardo spazia dal Montefeltro fino al mare, che ospitò
Dante, San Francesco e imprigionò a vita il conte Cagliostro. E' lo scenario
affascinante di favole truci come quella di Azzurrina, tenuta rinchiusa dal
padre feudatario Uguccione perché albina e in quanto tale ritenuta diabolica
dalla credenza popolare, a cui la madre tingeva inutilmente i capelli di nero
che subito diventavano azzurri come i suoi occhi, scomparsa ancora bambina
mentre giocava nel castello nel giorno del solstizio d'estate del 1375 e il cui
fantasma, da allora, pare si aggiri ancora per le stanze della Rocca di
Montebello e torni a farsi sentire puntualmente ogni 5 anni. E' il luogo
dell'anima raccontato e vissuto nella sua bellissima Pennabilli da Tonino Guerra,
sceneggiatore dei film di Fellini e Antonioni, e il set ideale per diversi
altri film: l'ultimo è stato "Asini" di Antonello Grimaldi, con
Claudio Bisio, Fabio De Luigi e Giovanna Mezzogiorno, girato nel 1999 nel più
suggestivo dei borghi medioevali della valle: Petrella Guidi, un paese-museo
dove il tempo pare essersi fermato, rimasto a lungo disabitato, poi recuperato
e dove ora tra le sue antiche pietre sorge un particolare resort di lusso del
vivere slow.
Santarcangelo,
la città dalla doppia anima nobile e popolare
Il nostro viaggio parte da Santarcangelo, città romantica e artistica con bellissimo borgo e rocca
malatestiana, posta sulla via Emilia, sorta su quello che i romani
chiamavano "Mons Jovis", il colle Giove da cui ebbe
origine il vino Sangiovese, bagnata dai fiumi Uso e Marecchia, nota per aver dato
i natali a Papa Clemente XIV e per la sua doppia anima, popolare e nobile: è
capitale della poesia dialettale romagnola con il poeta e scrittore Raffaello
Baldini (le cui opere sono state messe in scena magistralmente dall'attore
Ivano Marescotti), e famosa per l'antica "fiera dei becchi" (Fiera di
San Martino, l'11 novembre), ma attrae anche i palati artistici più raffinati
con il suo "Festival Internazionale del Teatro in Piazza" e con opere
d'arte come le pale del Cagnacci che si trovano nella Collegiata. Da non
mancare una escursione alle misteriose e affascinanti grotte scavate nel tufo
sotto il colle Giove (sono oltre 200, una città nella città), la visita
al particolarissimo (e unico in Italia) Museo del bottone e una tappa
all'Osteria La Sangiovesa nei sotterranei del Settecentesco Palazzo
Nediani, tempio del buon vino e della buona cucina romagnola. Ogni prima
domenica del mese (escluso agosto) mercatino dell'antiquariato nel centro
storico.
Verucchio,
la culla dei Malatesta. Risalendo la valle si giunge a Verucchio, da dove i
Malatesta partirono alla conquista della Romagna e delle Marche, con la sua
bellissima Rocca. Da visitare il Museo Civico
Archeologico, nell'antico Monastero dei Padri Agostiniani, che
conserva le testimonianze della civiltà villanoviana qui insediata nell'Età del
Ferro.
Torriana,
Montebello e il castello di Azzurrina. Risalendo ancora la Valmarecchia si giunge a
Torriana e Montebello, due borghi medievali con belle rocche malatestiane.
Quella di Montebello è nota per la leggenda di Azzurrina, quella di Torriana
per la vista che si gode da lassù. Da vedere, il Santuario della Madonna di
Saiano che sorge all'interno dell'Oasi naturalistica di protezione della fauna,
sede anche dell'Osservatorio Naturalistico Valmarecchia. I due borghi sono
famosi anche per la qualità dei loro ristoranti e delle loro trattorie. Noi vi
consigliamo di fare tappa al Ristorante Pacini di Montebello dove si possono
gustare gli gnocchetti fatti col formaggio di fossa e degli ottimi arrosti.
Pennabilli e i luoghi
dell'anima di Tonino Guerra. Più su, sulle pendici occidentali del Monte
Carpegna, si trova Pennabilli, capitale religiosa del Montefeltro,
incantevole cittadina montana che Tonino Guerra, cultore della bellezza e del
buon vivere, aveva scelto come dimora e come centro di ispirazione per la sua
attività di poeta, scrittore e sceneggiatore. La presenza della diocesi
ha lasciato in eredità numerosi monumenti come la Cattedrale, il Santuario di
Sant'Agostino, la Madonna delle Grazie, il Convento delle Agostiniane, la
Chiesa e l'Ospedale della Misericordia. I vent'anni vissuti qui da Tonino
Guerra hanno fatto di Pennabilli la città della creatività e della fantasia
poetica, lasciando realizzazioni, allestimenti, iniziative, opere. Sono i
"Luoghi dell'Anima", un museo diffuso cresciuto a partire dal 1989
con dentro "Il mondo di Tonino Guerra", il titolo che il poeta scelse
per definire la sua opera artistica. Come l'Orto dei Frutti Dimenticati,
dove si possono trovare il biricoccolo, la corniola, il giuggiolo, la ciliegia cuccarina,
la "Porta delle Lumache" e il "Bosco
Incantato" formato da steli in pietra e ornato da una lumaca in bronzo che
è un invito alla lentezza. O come la "Fontana Foglia" da
dove l'acqua zampilla come fosse linfa, le "Parole dei Mesi",
il "Gelso della Pace" e il "Santuario dei pensieri",
il giardino della meditazione laica voluto dall'artista. Per non parlare delle
"Meridiane Magiche", che dal 1991 si sono moltiplicate sui muri e
nelle vie del borgo, ciascuna corredata da un cartello che ne spiega il
funzionamento. Una è un omaggio a Federico Fellini e Giulietta Masina, con
l'ombra dei due colombi che si incontra e si trasforma nel viso del regista e
dell'attrice e sua compagna di vita. Per chi va questo fine settimana a
Pennabilli, dal 29 maggio al 2 giugno, ci saranno anche i Buskers con il
Festival internazionale dell'Arte di Strada.
Petrella Guidi,
dove il tempo si è fermato. Quasi di fronte a Pennabilli sorge il piccolo borgo
medievale di Petrella Guidi, una rocca antichissima e un pugno di
abitazioni, per una ventina scarsa di residenti. E' la rappresentazione
plastica di come dovevano essere i castelli minori nel Duecento: una torre
residenziale a pianta quadrilatera, un modesto recinto in muratura, due ali residenziali
che ospitavano la scuderia, l'alloggio dei famigliari e le scorte (di legna,
viveri ed altri materiali). Il piccolo borgo, ancora racchiuso dalla sua cinta
muraria, miracolosamente giunto a noi quasi intatto, è caratterizzato da case
altissime in pietra bianca antica, unite fra loro in una serie irregolare. Le
circondano vicoli stretti in ciottolato con accanto caratteristici forni.
Un arco in pietra bianca rappresenta la porta d'ingresso al paese, su cui sono
murati alcuni gloriosi stemmi: Malatesta , Faggiola e Santa Sede. Dall'alto
delle mura della Torre è possibile ammirare un paesaggio di rara bellezza. Per
anni Petrella Guidi è stato abbandonato ed era un museo all'aperto. Poi è
cominciato il recupero delle abitazioni e in alcune delle sue antiche dimore è
sorto il Petrella Guidi Historical Hideaway, un posto fuori del mondo:
silenzio, natura, pace assoluta e ...prezzi da resort di lusso (la struttura
composta da 3 abitazioni e con 8 posti complessivi si affitta in blocco a 1.600
euro al giorno, in alta stagione).
San Leo. La maestosa rocca di San Leo è un'icona
fotografica del Belpaese. Castello e antico borgo sono stati costruiti un
enorme masso roccioso tutt'intorno invalicabile; vi si accede per un'unica
strada tagliata nella roccia. Sulla punta più alta dello sperone c'è il Forte,
inespugnabile. Dalla sommità delle sue mura si gode un panorama unico,
meraviglioso, che non a caso ispirò alcune delle opere più belle di Piero della
Francesca. Il centro storico è un patrimonio architettonico conservato
benissimo. Meritano la visita, oltre al Castello, la Pieve preromanica,
il Duomo romanico lombardo del Xll secolo e Palazzo Nardini, più noto
come l'Oratorio di San Francesco. Il poverello d'Assisi, secondo la leggenda,
in quel luogo incontrò il suo benefattore, il Conte Orlando Dè Cattani, che gli
offrì tutti i suoi possedimenti. Per chi visita San Leo questo fine settimana,
dal 29 al 31 maggio, nel vicino borgo di Pietracuta c'è la tradizionale
Sagra delle Ciliegie, in dialetto, "la Festa dal Zarisi".
Casteldelci,
il luogo delle escursioni e della cucina a base di funghi e cacciagione. Casteldelci, ultimo lembo della provincia di
Rimini all'incrocio tra Emilia-Romagna, Marche e Toscana, è nota per il suo
Ponte Vecchio, di origine medievale, per le sue torri di guardia alla valle e
per la Casa-Museo che raccoglie reperti dalla preistoria all'età romana e
alto-medievale. Ma è, soprattutto, meta degli amanti delle escursioni nei
bei sentieri percorribili a piedi e a cavallo in un ambiente naturale integro
dove vengono prodotti ottimi formaggi e salumi che potrete
degustare in trattorie tipiche come il Ristorante Gattara (menù da 20 euro
con crostini misti, frittatina ai frutti verdi di stagione, cipolla
pastellata, tagliatelle al sugo di strigoli, grigliata con salsiccia matta,
contorni, crostata e ciambella, vini della casa, acqua, caffè e digestivo) o nelle
aziende agrituristiche del luogo.
Maiolo,
il paese del pane e della Rocca di Maioletto. Maiolo è noto soprattutto per il suo
caratteristico pane, prodotto con farine locali e con metodi tradizionali
celebrato a fine giugno con la Festa del Pane durante la quale
vengono accesi i forni del borgo ed offerti i prodotti agli avventori. Dalla
storica Rocca di Maioletto e da altri caratteristici belvedere si può
spaziare con lo sguardo dal Monte Fumaiolo all'Alpe della Luna, dal Monte
Carpegna ai torrioni di San Leo ed alle torri di San Marino fino a Rimini
e alla riviera adriatica. Anche qui la buona cucina non manca. Come
all'Agriturismo La Casa Vecchia dove I proprietari coltivano e cucinano solo
quello che producono.
Novafeltria e il suo museo
storico minerario. Novafeltria è il centro economico dell'Alta Val Marecchia.
Nella frazione di Perticara, antico centro minerario, c'è Sulphur, un
interessante museo minerario che testimonia secoli di dura vita lavorativa in
quella che era la miniera di zolfo più grande d'Europa. All'Agriturismo Ca'
Drolo, oltre alla buona cucina c'è un maneggio che offre la possibilità di
lunghe cavalcate nell'entroterra del Montefeltro.
Sant'Agata
Feltria, la capitale del tartufo. Sant'Agata Feltria è uno dei borghi medievali
più caratteristici del Montefeltro. Le vicende storiche hanno coinvolto il
paese e le signorie succedutesi nel tempo hanno lasciato un ricco patrimonio
artistico e culturale nel quale spiccano la Rocca Fregoso (diventata dallo
scorso anno "La Rocca delle Fiabe", museo permanente per i bambini),
il Teatro Mariani e il Convento di San Girolamo. Ma il paese è noto
soprattutto per la celeberrima Fiera nazionale del tartufo, che si
tiene ogni anno nel mese di Ottobre.
Talamello e il suo
crocifisso giottesco. Infine Talamello, famoso per il Crocifisso del Trecento di
scuola giottesca, attribuito all'allievo Giovanni da Rimini, e capitale
del formaggio di fossa, chiamato Ambra di Talamello.
(Fonte:LaRepubblica.it)
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