Dalla produzione di polvere da sparo a quella di energia
elettrica. A Ecomondo la Provincia di Rimini ha presentato i risultati finali
del progetto europeo “Terre” sulla valorizzazione delle risorse energetiche in
Alta Valmarecchia. Si punta all’idroelettrico utilizzando una rete di oltre 120
mulini dismessi e disseminati sul territorio.
Lo scorso sabato 8 novembre in sala Mimosa in occasione di
Ecomondo, la Provincia di Rimini ha presentato i risultati finale del progetto
europeo “Terre” finalizzato al sostegno delle economie locali attraverso la
valorizzazione delle risorse energetiche nelle zone rurali.
Nello specifico, per quanto riguarda il territorio della
Provincia di Rimini, il progetto ha preso in esame l’area dell’Alta
Valmarecchia.
Durante l’incontro è stata presentata la mappatura delle
potenzialità energetiche dell’Alta Valmarecchia, gli esiti del processo
partecipato che ha coinvolto oltre 60 stakeholder del territorio.
All’incontro hanno partecipato Carlo Casadei, Dirigente del
servizio politiche ambientali ed energia della Provincia di Rimini, Filippo
Loiodice di Ambiente Italia, Iolanda Romano, di Avventura Urbana e Giancamillo
Marino di Nomisma Energia.
La ricerca ha seguito due percorsi: le interviste agli
attori più significativi del territorio rispetto al tema della produzione di
energia e il coinvolgimento attivo attraverso workshop tematici. Gli ambiti
esplorati nel corso dell’approfondimento hanno riguardato l’energia
idroelettrica, quella a biomasse e infine quella eolica in impianti di
dimensioni ridotte.
Indubbiamente l’ambito che ha suscitato maggior interesse
anche perché si tratta di quello maggiormente perseguibile è stato quello
dell’energia idroelettrica che riscontrato da parte del territorio un interesse
verso lo sviluppo del mini-idroelettrico attraverso
impianti realizzati all’interno della rete acquedottistica esistente
di potenza maggiore di 50 kW.
L’analisi ha evidenziato che in Alta Valmarecchia le
potenzialità ci sono, soprattutto tenendo conto ciò che già il territorio offre
come per esempio una rete di 120 vecchi mulini utilizzati fino a tempo addietro
per scopi vari anche in tempo di guerra per produrre polvere da sparo e che
invece possono essere riconvertiti.
Per quanto riguarda invece lo sviluppo di impianti per la
produzione di energia da biomasse, si registrano invece diverse complessità,
alcune di queste legate all’accettabilità di questo tipo di impianti da parte
delle popolazioni residenti. L’idea condivisa emersa è quella di favorire la
creazione di una filiera del legno e la valorizzazione degli scarti del settore
agro-forestale, risorse già disponibili in Alta Valmarecchia.
Creare una filiera certificata del legno per la
valorizzazione del verde, permetterebbe la creazione di posti di lavoro e la
manutenzione delle aree boschive, nonché delle aree ripariali dei corsi d’acqua
attraverso il recupero di ramaglie. Questa soluzione, sebbene non sia la
migliore sotto il profilo della resa economica, avrebbe tuttavia un impatto
positivo sull’economia locale.
E’ stato proposto comunque da più parti la realizzazione di
impianti a biomasse di tipo cogenerativo, localizzati nei centri abitati, di
piccole dimensioni (50-100 kW) e di proprietà pubblica, in modo da riuscire a
fornire energia termica, ad esempio, per il riscaldamento, tra gli altri, di
edifici pubblici e/o privati. Attualmente le risorse provenienti dalle aree
boschive sono poco sfruttate e generalmente mal gestite, sebbene rappresentino
un elemento cardine del territorio.
Pochi lo sanno ma nella Provincia di Rimini è presente anche
un impianto eolico situato proprio in Alta Valmarecchia, a Casteldelci. (alternativasostenibile.it)
Si tratta comunque di una rarità visto che la realtà vede
limitate possibilità di sviluppo di questa fonte in Emilia-Romagna.
Sulla base delle indagini sul territorio può essere infatti
valutata attualmente solo la possibilità di realizzare micro impianti eolici
con una capacità inferiore ai 60 kW. In questo caso l’energia prodotta sarebbe
destinata in parte all’autoconsumo di chi realizza l’impianto, in parte alla
cessione in rete.
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