Indagini tecniche chiuse per il caso di Guerrina Piscaglia,
nessuna traccia riconducibile alla donna sparita il primo maggio da Ca
Raffaello è emersa dall’esame della canonica e dell’auto in dotazione a Padre
Gratien Alabi, il religioso africano indagato per favoreggiamento in sequestro
di persona o omicidio. La conferma arriva dalla documentazione depositata prima
dell’udienza tenutasi questa mattina presso il tribunale del riesame, per
esaminare il ricorso presentato dall’avvocato Luca Fanfani contro il divieto di
espatrio imposto al frate congolese. Il riesame si è riservato e, secondo
quanto si apprende, la decisione dei giudici dovrebbe essere resa nota entro il
24 novembre. L’avvocato ha chiesto l’annullamento o la riforma dell’ordinanza
che vieta l’espatrio in Francia mentre il pm Ersilia Spena, che conduce le
indagini insieme al collega Marco Dioni, presente in aula, ne ha chiesto la
conferma. Obiettivo minimo della difesa quello di equiparare la posizione di
Padre Gratien a quella del marito di Guerrina, Mirko Alessandrini indagato per
false dichiarazioni. All’origine di questa ipotesi d’accusa alcuni sms e il
racconto sulla serata del 30 aprile mai confermato da testimoni e dunque
ritenuto non attendibile dalla procura, circostanze che riguarderebbero anche
lo stesso frate congolese. Sempre stando a quanto emerso risulterebbero
negative anche le analisi tecniche sul computer del frate sequestrato durante
il secondo sopralluogo dei Ris di Roma a Ca Raffaello. La Procura di Arezzo al
momento non commenta le risultanze delle indagini tecniche e continua a
lavorare su sms e tabulati telefonici con assiduità. Stando a quanto emerso
sarebbe questa, nell’attuale situazione, la pista ritenuta più attendibile.
Fonte: ANSA
mercoledì 19 novembre 2014
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