Presentati i nuovi studi di archeologia, di storia e di arte sacra in occasione del Centenario della croce del Sasso di Simone
L'intervento del coordinatore dei
lavori, Giancarlo RenziImparare dalla storia. Questo potrebbe essere il riassunto della
conferenza, tenuta a Sestino il 27 ottobre per presentare nuovi studi di archeologia,
di storia e di arte sacra, sotto l'egida del Comitato interregionale per il
Centenario della croce del Sasso di Simone. Studiosi di eccezione, Cristina
Ravara Montebelli e i presidenti dell'Associazione di studi storici del
Montefeltro, Alessandro Marchi e Elda Fontana, presidente dell'associazione
storica dell' Alta valle del Tevere. L'analisi di reperti archeologici
"minori" oggi non appaiono proprio"minori" e comunque
forniscono elementi, sia pur rari, in grado di leggere aspetti delle società
dei popoli italici e etrusco/romani- ha introdotto Cristina Ravara. Lo specchio
etrusco di Sestino, proveniente da una koinè di matrice egiziana, uno strigile,
strumento maschile dei lottatori, con iscrizione greca ma riconducibile ad una
produzione presente a Palestrina. Questi alcuni elementi studiati, che dicono
di relazioni interetniche e di incroci culturali vivi sulla montagna
appenninica, tutt'altro che periferia. Culture e commerci a largo
raggio. Né risulta montagna di relegazione nel Medioevo, quando, con uno
studio di Vittorio Lombardi presentato da Elda Fontana, piccoli castelli
appollaiati su montagnole lanciate tra cielo e terra,erano luoghi in cui si
incrociavano scuole pittoriche giottesche, riminesi, senesi o i maestri
com'acini ( e in economia si produceva guado in abbondanza): lasciando nella
chiesa del Castello di S.Donato pitture che fanno il paio, ad esempio, non solo
con Roma ma con coeve- sec. XII- pitture in S.Lorenzo Maggiore a Napoli. I
risultati di uno studio partito dallo stendardo del 1421 della Misericordia di
Sestino, ha portato Alessandro Marchi ha individuare nel "Maestro di
Sestino" l'autore di affreschi presenti in più località della antica Massa
Trabaria e un crocifisso scoperto in una collezione privata delle Marche, proveniente
dal patrimonio Giorgio Ugolini. Una "bottega", quella del Maestro di
Sestino intuito dallo stesso Marchi in uno studio già nel 1982, evidentemente
molto attrezzata. A seguito di un restauro, operato dalla Soprintendenza
ai Monumenti di Arezzo, su un affresco scoperto in una vecchia abitazione
abbandonata- poi risultata antica parrocchiale distrutta nel terremoto che
colpì l'Appennino centrale nel 1781 - l'itinerario dell'arte sacra nel
territorio dell'antico Piviere di Sestino, ritrova una testimonianza della
prima metà del sec.XV, che ricollega quest'opera ad altre degli ambienti
umbro/marchigiani. Ma soprattutto, come poi ha sottolineato in conclusione
Giancarlo Renzi, dà una risposta ad un interrogativo che il sociologo Vittorio
Dini si poneva nel 1981: le molte testimonianze preromane e romane sui culti
del latte e di Giunone Lucina, testimoniate "in loco", non hanno
avuto a Sestino una "cristianizzazione" delle usanze popolari con
l'inveramento di Madonne del Latte? L'affresco restaurato e ora collocato
nella Pieve di Sestino dimostra finalmente la sostituzione di culti pagani con
culti cristiani e soprattutto "mariani". Il mondo della cultura
ci insegna che le "piccole Italie" non sono periferie e soprattutto
che solo l'alleanza tra territori e istituzioni diverse – come in questo caso
tra associazioni che lavorano sulla storia- può consentire pari dignità alle
popolazioni che vivono e operano in contesti "morfologici" diversi. (Saturno
Notizie)
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Reviewed By: badia tedalda notizie
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