Ma da sottolineare, vera novità, la volontà di rilanciare,
in questo momento di crisi, forme di artigianato dimenticate o in declino. Già
in maggio era stata aperta la “Bottega dell’artigianato locale”, con oltre 20
partecipanti. In occasione della Sagra, l’esposizione è stata ampliata, a
dimostrazione che la “provocazione” lanciata è stata accolta positivamente. Tra
le sorprese la “scoperta” che molti “artisti” si cimentano tra le mura
domestiche in vari modi con l’arte, spesso con risultati di tutto rispetto.
Un segno ulteriore e molto significativo è stato il
coinvolgimento, nella mostra, di manufatti prodotti da immigrati: splendidi
abiti, tutti lavorati a mano, che dimostrano l’esistenza di capacità da mettere
a frutto, in una società in cui la “macchina” trionfa sulla manualità vera e
propria. Abiti e bravura, che potrebbero competere con i capi dell’alta moda.
Anche da queste considerazioni, gli organizzatori hanno
tratto spunto per coinvolgere la comunità degli immigrati a Sestino in un
prossimo evento dedicato alle loro creazioni.
Molti ci credono in tutto questo, per cui è stata
programmata anche una scuola estiva per adulti e bambini su aspetti importanti
del lavoro manuale: il punto croce, ma crome, pittura, scultura, lavorazione
del legno e lavori a maglia.
I promotori, insomma, Nocentini e Cerri, uniti a Biscioli, Marini, Renzi, Angeli e altri non
sono solo appassionati ma desiderosi di riportare alcune attività importanti a
Sestino e di far crescere la “cultura del fare”, insieme alla “cultura” come
bene primario della persona.
Giancarlo Renzi
(ArezzoNotizie.it)
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