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    lunedì 4 marzo 2013

    Legalità in classe a Badia Tedalda e Sestino


    Progetto avviato dall'Istituto Lucio Voluseno

    Una società senza regole condivise, regole in grado di costruire un’alleanza tra individui che perseguono scopi comuni, non esiste, non sarebbe una società.
    Il senso del dovere, la convivenza civile, il rispetto delle diversità e la conoscenza di norme sono aspetti imprescindibili per la crescita consapevole e partecipativa dei nostri figli, aspetti prioritari che interessano la famiglia e la scuola in primis.
    Il diritto di cittadinanza, sancito dalla carta costituzionale, non è un optional. E’ il cuore del vivere consapevolmente “con” e “per” gli altri. E la scuola, per il ruolo che la società le affida, entra nel merito e si fa ambiente portatore di valori di civiltà: superamento dei pregiudizi e delle intolleranze; sviluppo dell’idea di diversità come bene da coltivare e disseminare; abbattimento delle discriminazioni di genere o legate al razzismo; promozione e rispetto della dignità dei diritti umani; creazione delle condizioni perché germogli e si fortifichi la conoscenza dei diritti fondamentali su salde radici che s’ispirino all’educazione alla legalità.
    Per questo, l’Istituto comprensivo “Lucio Voluseno” di Sestino e Badia Tedalda, su proposta del Dirigente scolastico Monica Cicalini, fa la sua parte. Dallo scorso anno ha avviato un progetto “legalità” in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri e l’educazione alla legalità entrerà in classe nella secondaria di primo grado (medie) e nelle ultime classi della Primaria con una serie di incontri che vedranno “in cattedra” il maresciallo Fasulo, Comandante della Stazione dei Carabinieri di Sestino, e il maresciallo Rizzo, Comandante della Stazione dei Carabinieri di Badia Tedalda, con il coordinamento del capitano Giuseppe Di Matteo, Comandante della Stazione dei Carabinieri di Sansepolcro.
    Si parlerà di regole, leggi, Costituzione ma anche dei rischi ai quali le nuove generazioni sono e saranno esposte.
    Chi non conosce i giovani d’oggi, ad esempio, non sa che vivono su mondi paralleli: il mondo reale e il mondo virtuale della Rete. Il primo è l’ambiente quotidiano, la casa, la scuola, la famiglia, gli amici; il secondo è il tablet, la Rete Internet, il profilo Facebook, Twitter, i social network, le amicizie virtuali, la chat.
    Internet apre le porte alla globalizzazione. Amplifica le potenzialità delle conoscenze, annulla i tempi di reperimento per le informazioni, crea collegamenti e possibilità di interloquire a colpi di click tra individui su versanti opposti del globo terrestre. Una rivoluzione tecnologica e comunicativa che avremmo pensato appartenesse alla fantascienza e che invece abbiamo in casa, anzi, in tasca dei nostri figli. Come ben sanno i ragazzi di oggi che con i cellulari super compatti da tenere in saccoccia convivono in ogni momento e in ogni luogo con la rete virtuale.Ma accanto alle straordinarie potenzialità della Rete, emergono problemi di non poco conto.
    “I bambini e i ragazzi – si chiede la Dirigente Monica Cicalini - sono in grado di utilizzare le nuove tecnologie in maniera adeguata e responsabile? Hanno la percezione che tra i bit del computer si annidano insidie che potrebbero portare gravi conseguenze? La straordinaria libertà concessa alle ultime generazioni da modelli familiari, talvolta evanescenti, fa coppia con la non sempre puntuale presenza degli adulti, dei genitori, che lasciano i moderni internauti navigare liberamente senza restrizioni di sorta. Così, bambini che si sentono adulti e adulti ancora ragazzini, se non schermati da conoscenze adeguate, corrono notevoli rischi.”
    La libertà del mondo della Rete pullula di soggetti malintenzionati, di personaggi che coperti da nomi non corrispondenti alla realtà o dai modi affabili e apparentemente gentili, possono approfittarsi dell’ingenuità degli imberbi. Sono note alle forze dell’ordine, e se ne ha conoscenza attraverso i giornali o da recenti indagini di settore, numerose violazioni della privacy, tentativi di truffa, di ricatto o pedofilia.
    La scuola, per il ruolo che la società le affida, non si esime dal creare momenti di confronto, di approfondimento e di presa di coscienza di un fenomeno che espone i più deboli, i bambini e gli adolescenti, a rischi connessi all’uso talvolta inconsapevolmente spregiudicato di Internet.
    Nelle chat, per esempio, straordinario strumento di comunicazione, il cibernauta viaggia da solo. Dall’altra parte della fibra ottica non è in grado di capire chi ci sia  né quali intenzioni abbia. E uno scambio amichevole di cose futili può trasformarsi in tentativi di avere incontri reali con finalità incerte. L’adolescente può trovarsi di fronte a materiali e contenuti inadeguati (che mostrano violenze gratuite, istigano al razzismo o che espongono espliciti riferimenti sessuali).
    Il progetto legalità dell’Istituto Voluseno, dunque, tra lezioni ed approfondimenti raggiungerà l’apice - quando la primavera avrà rasserenato gli animi e i passi appenninici - con la visita presso il Comando provinciale di Arezzo, dove il Colonnello Roberto Saltamacchia incontrerà gli alunni e i loro docenti per “toccare con mano” l’aspetto sociale ed educativo dell’Arma dei Carabinieri. (Valtiberina informa.it)

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