A causa delle pessime condizioni
del campo sportivo comunale, la squadra di caldo locale del Badia Tedalda è
costretta a giocare tutte le partite casalinghe in trasferta. E’ una bella
beffa per gli sportivi che si davano appuntamento in casa al "Giuliano
Salvini”, per incitare la propria squadra alla vittoria. Il problema è di
vecchia data e non semplice da risolvere come invece potrebbe sembrare: a
rendere ancora più complicata la situazione è il fondo argilloso, per sua
natura difficile da drenare. E cosi dal 2004, a lavori conclusi, il fango è
ancora li! "Si trattava semplicemente di capire come risolvere al meglio
il problema nella sua complessità - afferma Paola Barfucci, assessore allo
Sport al momento del progetto per il restauro - il posto non adatto a causa
delle frane che rendono il campo impraticabile e l’erba totalmente arsa dal sole
rendevano l'area al limite della praticabilità; non permettendo una soluzione
immediata. Per avere un campo di calcio per tutte le stagioni, all’epoca si
cercarono delle soluzioni con ditte specializzate del settore - contìnua - e
queste non tardarono a inviare i loro preventivi per la realizzazione dell’opera.
I costi per la sua attuazione erano alti, il Comune non aveva le risorse
necessarie e tutto finì con un nulla di fatto. Per accontentare in parte la
tifoseria che voleva il campo fresco a tutti i costi, si cercarono correzioni
alternative come la sistemazione del manto erboso e la messa in sicurezza degli
spogliatoi. Questi interventi, poi, fecero scatenare le ire della tifoseria
giallorossa per il lavoro non completato. I nuovi amministratori subentranti
dopo di me, spinti dal successo elettorale - conclude l’ex assessore -
improvvisarono un progetto, poco attuabile e terminarono l’opera. I lavori
inadeguati al campo da calcio oggi sono sotto gli occhi di tutti; un perfetto
autogol, grande apparenza, soldi buttati al vento e risultato finale non buono’’.
(L'eco del Tevere)
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