In
carcere anche i due amici di famiglia che lo nascosero nei giorni dopo
l'omicidio. Arrestati per detenzione di droga finalizzata allo
spaccio,detenzione illegale di arma da fuoco, porto in luogo pubblico di arma
da fuoco e ricettazione, il padre, la madre e la sorella del 22enne, Tommaso
Zinnanti, di 48 anni, originario della provincia di Trapani, ma residente a
Rimini con la moglie Maria Buratta, di 46, originaria
di Sestino, e la figlia Giovanna di 25, già fermata dalla polizia un paio
di giorni dopo l'assassinio del tassista, mentre tentava di ripulire il covo
del fratello.Sono finiti in manette anche Assunta Dina Di Bartolomeo, 58anni e
il figlio Eros Zanzani di 28 anni, che ospitarono Marco Zinnanti, mentre si
nascondeva dalla polizia riminese, in una casa di campagna nel Comune di Rocca
Santa Maria sui monti della Laga. Per loro le accuse sono di favoreggiamento
personale in concorso.
Fu ad Assunta Di Bartolomeo che che la mamma di
Zinnanti chiese un posto sicuro per nascondere il figlio durante la fuga.
La donna mise a disposizione della vecchia amica la casa di campagna del figlio
nel Teramano. La polizia pensa che anche chi favorì la fuga di Zinnanti sapesse
dell'omicidio appena consumato. La famiglia, invece, secondo gli investigatori,
coordinati dal sostituto procuratore Davide Ercolani, fece di tutto per
nascondere le prove degli affari di droga del 22enne. Entrambi i genitori
andarono a prendere il figlio subito dopo l'omicidio in una strada non lontana
dal luogo del delitto. L'accompagnarono nel covo di via Teodorico, gli
procurano vestiti puliti e poi l'accompagnarono nel Teramano dove c'era ad
attenderli la Di Bartolomeo. Il giorno successivo alla fuga di Marco, i
genitori spostarono armi, droga, 100mila euro in contanti e documenti
contraffatti dall'abitazione di famiglia, che si trova in via Lince a Rimini,
al covo di via Teodorico in una zona di periferia. Sapendo di avere il fiato
sul collo degli investigatori, subito dopo una prima perquisizione nella casa
di famiglia, sono stati ancora una volta i genitori a chiedere alla figlia
maggiore di andare a ripulire il covo. Intercettati sia con cimici ambientali
che telefoniche, i genitori di Zinnanti subito dopo il primo colloquio nel
carcere di Ferrara hanno sempre parlato di una presunta avances che il tassista
assassinato avrebbe fatto al ragazzo quella domenica mattina. Un modo, secondo
gli investigatori, di avvalorare la tesi resa da Marco Zinnanti durante
l'interrogatorio di garanzia. La figlia minorenne, una ragazzina di 13 anni,
dopo l'arresto dell'intera famiglia Zinnanti è stata affidata ad una zia, ma la
polizia sta valutando l'ipotesi di chiedere un affido per la ragazzina che
avrebbe assistito a tutte le manovre per la fuga di Marco e sarebbe stata
istruita a dovere dai familiari su come non tradirsi con gli inquirenti.
(Cityrumors.it)
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