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    domenica 13 maggio 2012

    Le stragi sulla Linea Gotica al Tribunale Militare di Verona

    E' partito da ricerche per l'Istituto di Studi e di Ricerche della Civiltà Appenninica di Sestino, il recupero della verità su alcune stragi condotte dai nazi-fascisti sulla Linea Gotica nell'estate del '44. Protagonista Marco Renzi, già ricercatore dell'Istituto - ora consulente del tribunale militare di Verona- che, dai contatti con le persone che vivevano o che avevano vissuto sui luoghi dove si consumarono gli eccidi - dalla Valtiberina, alla Valle del Foglia, alla Romagna, al Casentino – individuò anche le tracce per i tanti interessanti "armadi della vergogna", consegnati alle polveri degli archivi.

    Riaperto il processo su istanza del Comune di Casteldelci e di alcuni civili, l'11 maggio si è svolta, presso il tribunale militare di Verona l' udienza della seconda fase dibattimentale. Il maresciallo Giannone ha esposto i risultati delle indagini per rintracciare il gruppo di comando sui territori oggetto degli eccidi. Marco Renzi ha ripercorso il quadro cronologico e le testimonianze relative alle stragi di Capanne di Verghereto (6 aprile 1944), Calanco di Sotto (7 aprile), Fragheto (7 aprile), Ponte degli Otto Martiri di Casteldelci (8 aprile), dove tra le vittime barbaramente trucidate, cadde anche il partigiano casentinese Fernando Sacconi.
    Il processo avviato è stato fortemente voluto dalle famiglie delle vittime, e dal Comune di Casteldelci, rappresentati dall'avv. Lorenzo Valenti, dalle Provincie di Pesaro, di Rimini e di Forlì, nonchè dall'ANPI nazionale. Altre udienze sono state fissate per il 5 giugno e per il 20 luglio prossimi.
    Le prime documentazioni, in forma ovviamente preliminare, uscirono in occasione di un convegno e del relativo volume degli atti, tenuto a Sestino, e coordinato dai professori Camillo Brezzi e Ivan Tognarini. L'attività di Marco Renzi continuò assiduamente per alcuni anni, con ricerche in Italia e contatti con l'estero, tanto che fruttarono altri due volumi di documenti e la riscoperta di vicende, fondamentali per riaprire, anzi, per avviare l'iter processuale, giacchè ormai erano documentati i reparti coinvolti negli eccidi, le relative dinamiche e anche alcuni superstiti, che vivono in Germania. E' stata strappata al buio delle dimenticanza l'esistenza spezzata di decine e decine di innocenti ( le vittime sono soprattutto contadini, donne, bambini, tirate fuori dalle proprie abitazioni o rinchiuse dentro di esse facendole morire bruciate).
    Le ricerche storiche, che facevano tornare di attualità dolori privati e" pubbliche" dimenticanze trovarono un'eco straordinaria nell'Emilia Romagna, terra delle stragi. Ma i fatti erano troppo importanti per restare nell'ambito degli "addetti ai lavori" o degli abbarbicati al dolore delle famiglie superstiti.
    Mentre le autorità e le istituzioni avviavano concordi le procedure e facevano propria l'ansia della "verità riconosciuta", anche alcuni scrittori prendevano lo spunto dai volumi di storia sui "fatti" della Linea Gotica per trasformarli in romanzi storici. Così è stato per Silvia di Natale, con "L'ombra del cerro", ambientato soprattutto tra Sasso di Simone, Badia Tedalda, Verghereto e Valle del Marecchia, pubblicato con Feltrinelli e premiato in più sedi nazionali; e ugualmente per il romanzo "Venti corpi nella neve" di G.Pasini.
    L'epopea di quella stagione cruenta, rivive, così, anche nella dimensione popolare. Ora sta alle Istituzioni portare a compimento il lavoro di ricerca delle responsabilità e di una verità che compensi la vita e il dolore delle vittime e di tanti che hanno conservato in silenzio lo strazio del "sangue" congiunto." Non facciamo perscecuzioni - commenta l'avvocato Valenti- ma siamo alla ricerca di pagine di giustizia e noi abbiamo fiducia che la sentenza possa esserci entro il 2012". (Arezzonotizie.it)
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