SESTINO Il censimento della popolazione e delle abitazioni, ancora in corso, sta delineando ai sestinesi una realtà dalle molte sfaccettature, così spiega: Giancarlo Renzi, ricercatore storico locale e Conigliere di minoranza dello stesso comune. La conferenza provinciale dell’ISTAT, tenuta in Prefettura il 22 dicembre scorso, ha messo in luce il positivo lavoro dell’Ufficio anagrafe, organizzato con una task-force particolare, tanto da porre Sestino in posizione avanzata rispetto a tutti i Comuni della provincia di Arezzo. A quella data, infatti, Sestino aveva pressoché completato il lavoro di censimento della popolazione e delle abitazioni ( 96% ). E dato ancora più significativo i questionari erano stati effettuati per ben il 65% per via telematica. In attesa che l’ISTAT elabori tutte le informazioni e che si abbia quindi un quadro consolidato, merita sottolineare che, purtroppo, la popolazione di Sestino- come di altri comuni montani- ancora è in decrescita, anche rispetto al 2010: passa infatti da 1451 abitanti a 1434, per ritrovare il quale tasso di popolamento occorre andare agli anni di metà ‘700. La popolazione immigrata- europea ma soprattutto extraeuropea – è di 187 unità, di cui 46 sono minorenni e ben 20 in età di obbligo scolastico, costituendo di fatto una popolazione fondamentale per l’autonomia della scuola locale. Nei Comuni di montagna - continua Giancarlo, un problema serio è l’occupazione, in questi anni ha visto una diminuzione costante, un parte molto colpita è l’edilizia, con un drastico calo nei lavori, ha farne le spese ancora una volta sono gli addetti. I dati ufficiali del secondo trimestre del 2011 danno una cifra allarmante: ben 151 disoccupati ufficiali; nel gennaio 2012 gli uffici comunali hanno registrato ulteriori disoccupati causa soprattutto la chiusura di un laboratorio del settore abbigliamento, che occupava tutta manodopera femminile. Dopo l’abbigliamento e qualche restrizione nei settori della piccola e media industria, si passa al turismo, fiore all’occhiello per molti, da qualche tempo i flussi che arrivavano da ogni parte d’Italia a visitare il museo archeologico con le sue straordinarie bellezze sono diminuiti. Se la Riserva Naturale del Sasso di Simone è stato un forte attrattore per tanti anni creando posti di lavoro, da un po’ di tempo fa i conti con la crisi. Il turismo scolastico, quello culturale e di svago, camminate a cavallo e trekking ai piedi del Sasso di Simone trova una certa flessione, anche per mancanza di tradizionali iniziative. Dai dati di censimento emerge anche che sono leggermente calati i nuclei famigliari ( da 587 a 580). Altro elemento significativo è offerto dalle abitazioni: figurano infatti in tutto il territorio comunale 1070 edifici, di cui 405 “non occupati”. A parte i correlati aspetti delle nuove normative sulle tasse relative alle abitazioni, si può rilevare che in un territorio montano e soggetto a vaste aree franose, l’urbanistica dovrebbe tendere al recupero abitativo degli edifici abbandonati, sicuramente sarebbe un bel incremento alla nostra economia locale specialmente in tempi duri come questi se si potesse realizzare un simile progetto. A fronte di ciò – conclude Renzi, il recente passato ha trovato in appassionati stranieri l’elemento dinamico che ha riportato la vita- e prima ovviamente il recupero di una edilizia appenninica con sua particolare caratteristiche- in molti casolari e piccoli nuclei abbandonati dalle popolazioni locali. Realtà che formano il “sistema” della civiltà sestinate e appenninica e che rappresentano, quindi, un valore aggiunto per tutto il territorio. Qui, oggi è molto difficile investire, bisogna guardare al futuro con molto ottimismo, solo così troveremo le idee giuste per andare avanti e voltare pagina.(ViaRoma100.net)
domenica 11 marzo 2012
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