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    venerdì 31 dicembre 2010

    Montedoglio: i perchè. Le prime polemiche.


    Sta destando grossa preoccupazione la rottura nel muro di cemento che separa l'estremità sinistra della diga dal canale laterale che raccoglie le acque in eccedenza della Diga di Montedoglio sita nel territorio altotiberino di Pieve Santo Stefano (AR) a confine dei comuni di Sansepolcro (AR) e Città di Castello (PG).
    L'allarme sembra rientrato (con circa 450 persone sfollate a scopo precauzionale...) ma come è possibile che una diga (non ancora collaudata), abbia potuto subire una «frattura nel muro di cinta di circa 30 metri» senza apparenti eventi naturali (la diga è sita in territorio sismico...)?
    Ma andiamo con ordine.
    Come ci informa Wikipedia «...con la sempre maggiore necessità dell'acqua per irrigazione e per fornire acqua potabile alle abitazioni del complesso irriguo delle provincie di Arezzo, Perugia, Siena e Terni, prende vita l'idea di realizzare un bacino artificiale e risolvere cosi la problematica situazione. La diga di Montedoglio è stata progettata dal prof. Filippo Arredi e dall’ing. Ugo Ravaglioli; i lavori di costruzione durarono dal 1977 al 1993, mentre il riempimento della diga avvenne a partire dal 1990«
    La diga è stata costruita dalla Cogefar, quel colosso che, dopo alcune fusioni, oggi si chiama Impregilo (Fiat Impresit – Girola – Lodigiani).
    Una interessante descrizione su cosa è Impregilo .
    
    «L’odierno assetto di Impregilo vede in ordine IGLI con il 16,89%, Gemina (11,83%), Morgan Stanley (8,12%), Hbk Investments (2,29%), Newman Ragazzi & Co. (2,28%), Assicurazioni Generali (2,14%) e Lazard (2,01%).
    Le cose però dovrebbero mutare nuovamente nei prossimi mesi, dato che il consorzio IGLI potrà esercitare l’opzione per rilevare le quote di Gemina-Romiti e che Efibanca ha deciso di cedere il 50% delle proprie azioni in Impregilo alla Immobiliare Lombarda di Salvatore Ligresti, il costruttore originario di Paternò a capo del gruppo assicurativo Fondiaria-Sai.
    Resta comunque ancora la finanziaria Gemina il cuore pulsante del colosso delle costruzioni. Sarà utile menzionare i soci di rilievo. Innanzitutto Spafid S.p.A. (21,8%), controllata da Miotir (la cassaforte della famiglia Romiti) e nominalmente dallo stesso Cesare Romiti; Mediobanca (12,5%) “salotto buono” della finanza italiana e per decenni feudo incontrastato del siciliano Cuccia; Epifarind-Italmobiliare-Italcementi (5,1%); Premafin-Sai-Fondiaria (3%) di Ligresti; Assicurazioni Generali (2,3%); Capitalia (2,1%) e infine il Credit Suisse First Boston (2%)«
    Dunque Italcementi è parte di Impregilo, Italcementi una delle più grandi aziende italiane produttrici di cemento, che nel 2008 è salita alla ribalta per lo scandalo del «cemento taroccato».
    Il quotidiano L'unità in un articolo del 27 novembre 2008 scrive:
    "...-dalle indagini della procura nissena, svolte a tappetto dalla Sicilia fino alla Lombardia, sono emersi significativi scostamenti tra i dosaggi contrattuali di cemento, stabiliti negli appalti per la costruzione delle infrastrutture, con quelli effettivamente impiegati nella produzione dei conglomerati forniti alle imprese incaricate dei lavori di realizzazione. Diversi i sospetti che muovono l’inchiesta sulle due aziende: dall’«illecita creazione di fondi neri - spiegano i carabinieri - da destinare in parte, quantomeno in Sicilia, ai clan mafiosi dell'isola», fino all’esistenza di una strategia aziendale, adottata su scala nazionale e gestita, a mezzo anche del sistema informatico, con la consapevolezza dei vertici societari, finalizzata ad un sistematico risparmio del cemento nelle forniture di calcestruzzo destinate alla realizzazione di opere pubbliche...».
    Quindi non rimane che leggere le dichiarazioni di
    Diego Zurli, direttore dell'Ente Irriguo Umbria Toscana che gestisce l'impianto di Montedoglio in provincia di Arezzo, che ha così spiegato la situazione :
    ''Non c' e' stata nessuna rottura della diga. Ad essersi rotta e' solo una struttura secondaria che serve a far fuoriuscire l'acqua dal bacino artificiale in caso di piena del fiume. In pratica ad essersi rotto è il sistema di gestione del sopravanzo, quello che in termine tecnico gli ingegneri idraulici definiscono '' troppopieno ''. Al momento la quantità di acqua che esce dal bacino si e' attestata intorno ai 200 metri cubi al secondo - Una portata normale, spiega il capo dell'impianto - Si tratta di un incidente davvero particolare. Alcune strutture di calcestruzzo hanno ceduto pur non essendo sottoposte a sollecitazioni idrauliche particolarmente rilevanti. Non ce lo aspettavamo e ora, passata l'emergenza è del tutto evidente che dovremmo capire perché è successo''.
    A voi le conclusioni...Pubblicato da Simone Cumbo (Altre verità)
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